Aggiornamento

Studente lavoratore di colore va in ospedale per un dolore al petto, l’infermiera: “Devi morire”

Immaginate di essere vittima di una grave ingiustizia: ad esempio che colpiti da un dolore al petto di natura ancora sconosciuta siate “curati” sentendo da un’infermiera: “Devi morire”, nel tono più sprezzante e beffardo possibile, ripetuto.

Immaginate di essere increduli e che, sapendo che nessuno (neppure voi stessi) crederebbe mai a quello che avete visto, estraete il vostro cellulare per filmare l’increscioso occorso.

Ed è lì, udibile a chiunque: siete in un ospedale, un’infermiera vi urla “devi morire”, sprezzante, discriminandovi per qualcosa su cui non avete controllo alcuno, come il colore della pelle.

Cosa vuole altro il Popolo della Rete? Non basta sentirsi dire “devi morire”?

Avete le prove, avete subito una grave ingiustizia, eppure il Popolo della Rete, solitamente una gran massa di forcaioli che alla minima provocazione desiderano sangue, violenza, punizioni corporali e morte cadono dal pero e con fare assai sguaiato si pongono domande retoriche come

La vergognosa domanda dinanzi al “devi morire” proferito allo studente

“Non sappiamo per quale motivo abbia girato il video”

Avendo letto i commenti, noi lo sappiamo, e vi offriamo un florilegio dei più brutali

Ormai siamo al delirio, questi neanche se li tratti con i guanti bianchi non và bene, ma io dico se al loro paese è tutto perfetto, ma chi cazzo ve lo fa’ fare di venire qui a rompere i coglioni…ve ne state a casa vostra ed il problema è risolto…

nonché

Ma io non capisco questi che arrivano con barconi non hanno documenti ma hanno tutti il cellulare e non come il mio comprato 5 anni fa ma di ultima generazione, questo sta male ma filma, ma i soldi x la ricarica dove li prendono…. Vedo ragazzi sporchi e malandati ma con il cellulare in mano e la cuffie alle orecchie…

e

per far apparire l italia razzista se ne inventano di ogni se a questi clandestini non sta bene tornassero da dove sono venuti nessuno li ha chiamati e nessuno li trattiene

Ovviamente, tornano tra i vari pensieri orrendamente derisivi ed ingiuriosi verso quella che, a tutti gli effetti è una vittima bufale che abbiamo già trattato in passato.

Possiamo spiegarvi per anni perché, nonostante voi lo desideriate con tutte le vostre meschine forze, un immigrato non deve essere per forza un morto di fame conciato peggio di voi, un Fernandello che non tiene i soldi ma che sbraita con livore dietro un monitor invidiando chi ha un cellulare, e che un cellulare, in fondo, è un bene come abbiamo detto ubiquitario, poco costoso e che consente di radunare una serie di oggetti utilitari.

E possiamo mostrarvi mille volte un video di 43 secondi, girato all’ospedale Curteri di Mercato San Severino sul cui sfondo si sente una voce femminile dichiarare più volte come un odioso mantra

devi morire…devi morire…devi morire… DEVI MORIRE… io non ti voglio vedere più… devi morire! Devi morire! Scendi giù!

La storia ha avuto, fortunatamente, un lieto fine

Successivamente, il 20enne, poichè il dolore non passava, ha chiesto aiuto al suo datore di lavoro, il quale lo ha accompagnato al Ruggi di Salerno: dopo la visita e gli accertamenti del caso, è emerso che il malore è connesso ad un problema bronchiale che Souleymane dovrà risolvere tornando presso il nosocomio salernitano che lo ha preso in cura.

Quindi, non solo l’evento è avvenuto, ed alla presenza di testimoni, ma ne abbiamo anche la prova fotografica.

Ed abbiamo una indagine interna in corso, della quale vi sarà reso conto nel minor tempo possibile, laddove

«Attraverso un video pubblicato sulla sua pagina facebook S. R. ha denunciato di essere stato oggetto di un vero e proprio attacco razzista al pronto soccorso dell’ospedale di Mercato San Severino nel Salernitano dove si sarebbe recato perché necessitava di cure. Stando alla registrazione si sente una voce femminile che gli augura più volte di morire, gli intima di scendere dalla barella e lo invita a tornarsene al suo Paese. Avvierò una serie di verifiche in primo luogo per sapere se il ragazzo ha sporto regolare denuncia sull’accaduto o se deve essere aiutato a farlo, e se sarà confermato l’inaccettabile comportamento chiederò la sospensione dei responsabili». Lo ha detto Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione Sanità a cui è stata inviata la videodenuncia.

Ma anche così, il Popolo della Rete non è sazio: giustizialisti col diverso, garantisti con chi loro è affine, si arrampicano sugli specchi della logica per inventarsi che sì, “devi morire” non è qualcosa che si direbbe a cuor leggero ad un paziente, ma

Come osa lo straniero filmare l’italica infermiera! Violazione della Privacy, della legge, dateci milioni di miliardi di galera! (sic!)

E no, miei cari Perry Mason da operetta, avvocati delle cause perse, Laureandi all’Università della Vita specializzati in Perzoni Farze alla Corto Maltese University

Pregiato titolo di studio della Corto Maltese Life University, offerto dalla Pagina Quarantenni che postano immagini di mer*a su Facebook

Anche i bambini che hanno studiato educazione civica, o in alternativa coloro che leggono dei buon testi giuridici sull’argomento sanno che:

La registrazione di una conversazione all’insaputa dei presenti, fatta con lo smartphone o con qualsiasi altro strumento, non è solo lecita, ma non richiede neanche la previa autorizzazione da parte di un giudice o dalla polizia: si tratta, infatti, di un’attività che non lede la privacy dei presenti e può essere fatta in piena autonomia da chiunque partecipi alla conversazione attivamente o come terzo spettatore. Lo ha chiarito la Cassazione con una sentenza di due giorni fa [1].

L’interpretazione ormai costantemente sposata dalla giurisprudenza, in linea con quanto affermato in passato dalle Sezioni Unite della Suprema Corte, è di ritenere che chiunque sia presente a una conversazione intrattenuta da terzi (anche solo in funzione di spettatore) possa registrare le voci dei partecipanti all’insaputa di questi. Chi parla innanzi ad altre persone, infatti, accetta il rischio di essere registrato e, quindi, non può lamentare alcuna lesione dei propri diritti.

Del resto, immaginate la turpe scena di qualcuno che, avendo aggredito verbalmente un soggetto con inaudita protervia, abbia come unica difesa

Sì, l’ho fatto ma per la privacy lui non poteva filmarmi, quindi facciamo finta che non è successo niente ed io riprendo ad insultarlo come da prima, eh?

No, possiamo dirvi che le cose non funzionano affatto così.

Per correttezza giornalistica raccogliamo e segnaliamo comunicato dell’OPI Salerno al riguardo

Che segnala come il sedicente individuo incontrato dal ragazzo potrebbe non essere un’infermiera: sia in un caso che nell’altro, bene fa l’Ordine degli Infermieri a vigilare, per evitare che un soggetto, anche solo sedicente, getti discredito e disdoro sulla loro professione agendo in modo pessimo nei confronti di uno studente lavoratore.

Ricordando a tutti che i titoli sono tratti dall’articolo, ma nel corpo stesso noi stessi abbiamo, più volte, invitato ad attendere ogni riscontro.

AGGIORNAMENTO

Ed i riscontri di questa ingarbugliata vicenda cominciano ad arrivare.

Secondo le informazioni pervenute infatti le frasi esistono, e sono proferite da personale (ancora ignoto) della struttura che escluderebbero un movente razzista in quanto

„Il direttore Giuseppe Longo, in una nota ufficiale dell’azienda ospedaliera-universitaria Ruggi d’Aragona afferma: “Non emergono comportamenti o atti assunti dal personale in servizio riferibili ad episodi di razzismo”. E ancora: “E’ stato ascoltato tutto il personale del Pronto Soccorso presente nel turno di servizio durante il quale si è registrato l’episodio, ma anche i soggetti esterni presenti al momento del fatto. Gli atti contenenti le dichiarazioni, debitamente sottoscritte dalle persone presenti, sono stati in ogni caso trasmesse all’Ufficio Procedimenti Disciplinari, in quanto le frasi proferite, pur non indirizzate al paziente bensì ad altro operatore sanitario, costituiscono atteggiamenti non ammissibili e passibili di censura”.

Parrebbe infatti che lo studente lavoratore sia stato costretto a spostarsi in un’altra struttura non già da un attacco a lui rivolto direttamente, ma da un non meglio precisato battibecco e lite tra operatori sanitari, cosa comunque ritenuta inammissibile e che comunque sarà oggetto di ulteriori provvedimenti.

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