Era francamente la notizia che stavamo aspettando: in un momento di responsabilità i Social decidono una stretta contro i novax, che consegue ad una lunga guerra tra la disinformazione, una vera e propria infodemia e l’informazione.
Per anni abbiamo osservato con una certa preoccupazione l’antivaccinismo militante evolvere in una questione di visibilità social, poi nel vero e proprio Negazionismo del COVID che in periodo di pandemia è ancora più rischioso.
Sappiamo tutti quanto è importante, specie ora in funzione di una diagnosi differenziale, una campagna di vaccinazione efficace contro l’influenza stagionale per aiutare a identificare i casi COVID dai casi di influenza e diminuire il carico sulla sanità. E sappiamo tutti, con un numero crescente di vaccini nelle fasi finali della sperimentazione, quanto sarà importante il presidio vaccinale per bloccare le ondate della Pandemia.
Ma niente, il novax continuerà a mascherare l’irrazionalità e il desiderio di visibilità sotto l’ombrello della “controinformazione”, infilando nei suoi discorsi vere e proprie polpette avvelenate che negano e minano la fiducia nelle misure di contenimento attivate in tutto il mondo per far fronte alla pandemia da istituzioni nazionali e sovranazionali.
La stessa AGCOM, in Italia, si è attivata per il contrasto all’Infodemia, invitando gli utenti delle piattaforme digitali a contenere il proliferare di informazioni scorrette: invito che bufale.net ha accettato con piacere sin da tempi non sospetti.
Sin dalle prime settimane di diffusione del contagio, la circolazione di notizie false e la manifestazione di fenomeni importanti di disinformazione, unitamente alla crescente attenzione dei media e dell’opinione pubblica, hanno destato preoccupazione nelle istituzioni preposte alla gestione dei rischi sanitari e dell’emergenza Covid-19, tanto da indurre l’Organizzazione Mondiale della Salute ad adottare specifiche misure di contrasto a quella che è stata definita una “infodemia” (eccesso di informazioni non sempre accurate e corrette sull’epidemia in corso).
E’ importante, quindi, aiutare i cittadini e gli utenti delle piattaforme digitali a orientarsi nel sistema dell’informazione online, anche per contribuire a ridurre i rischi sanitari indotti dalla disinformazione. A tale scopo, l’Autorità promuove già diverse iniziative che sono in corso di adattamento alle specifiche esigenze emerse con l’epidemia Covid-19. L’azione del Tavolo è quindi rivolta a mettere a disposizione del pubblico una varietà di strumenti di trasparenza e informazione al cittadino, identificati in cooperazione con i soggetti aderenti e gli altri partner istituzionali dell’Autorità, dalle FAQ alle indicazioni su fact-checking e sistemi di emergency management alert, elecanti nella sezione Documenti.
Quindi è con somma gioia che possiamo annunciare che anche i Social, a livello sovranazionale, si sono attivati.
Avevamo già salutato in piacere i provvedimenti di demonetizzazione presi da Google e quindi da YouTube. I contenuti antivaccinisti e negazionisti da mesi ormai non ricevono più pagamenti promozionali e non è possibile metterli in evidenza.
Ma il passaparola in questi mesi difficili ha sostituito la promozione, ed alla perdita pubblicitaria sovente si è sostituita la figura del questuante virtuale che chiede quel sostegno e quelle utilità che i social gli negano.
La demonetizzazione quindi non bastava: siamo quindi arrivati alla cancellazione.
“Tutti i contenuti che includono affermazioni sui vaccini anti Covid-19 e che contraddicono il parere degli esperti delle autorità sanitarie locali o dell’OMS saranno rimossi da YouTube”.
Assicura Google, e su questo non possiamo che appoggiare la campagna lanciata, sotto l’egida delle indicazioni date da AGCOM e da noi sposate, da Fanpage
Ecco perché è fondamentale che la comunicazione sulla ricerca, sulla disponibilità, sulle caratteristiche e in generale su tutto ciò che riguarda il vaccino anti Covid-19 sia essere trasparente, e soprattutto non inquinata da pericolose fake news. Nel caso di Covid-19 la campagna di vaccinazione — insieme a un sistema sanitario preparato e a cure sempre più sofisticate — è l’unico rimedio che permetterà alle popolazioni interessate di ottenere un’immunità di gregge senza dover attendere che l’epidemia faccia il suo corso lasciando una scia di decessi dietro di sé.
Facebook annuncia colpirà invece non solo video e contenuti, ma anche le promozioni a pagamento, lasciando i soli post di opinione sociale e politica.
Perché qui nessuno, a parte i disinformatori di professione, ha mai parlato di censura. L’Infodemia è diversa.
La libertà di parola non può e non deve essere il diritto di urlare che in un cinema chiuso c’è un incendio per vedere le persone schiacciarsi a vicenda mentre cercano di guadagnare l’uscita o, peggio, per raccogliere donazioni davanti alle porte di emergenza.
Le parole devono sempre avere responsabilità.
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