Ci chiedono di verificare il testo contenuto da questa immagine, pubblicata da numerose pagine Facebook in seguito alla morte dell’ex europarlamentare Dacia Valent, morta il 26 gennaio 2015.
Figlia di un diplomatico friulano e di una principessa somala, un fratello ucciso a coltellate dai compagni di scuola all’età di 16 anni perché di colore (1985), poliziotta e poi politica, venne candidata da Ochetto (PCI) all’Europarlamento in seguito alla denuncia di aggressione a sfondo razziale contro due suoi colleghi poliziotti per non essere intervenuti per difenderla. Nel 1995 finì in carcere per aver tentato di uccidere il convivente che la picchiava. Abbandonato il cristianesimo per l’Islam, fondò nel 2005 un’associazione chiamata Islamic Anti-Defamation League, la versione islamica dell’americana Anti-defamation League per gli ebrei:
E’ stata costituita la Islamic Anti-Defamation League Italy. Stanchi di subire la mediocrità di un drappello di ben addestrati propagatori di odio, un gruppo di intellettuali, lavoratori, lavoratrici, madri, padri, liberi professionisti, studenti, tutti musulmani – la maggior parte di loro cittadini italiani o persone che vivono da decenni in Italia – hanno deciso di dare uno stop al dilagare dell’anti-islamismo.
Fonte
Doveva diventare un simbolo dell’antirazzismo, era la prima donna di colore italiana all’Europarlamento, ma il suo fu un declino verso l’intolleranza. Fu durante l’esperienza dell’associazione Islamic Anti-Defamation League che si lasciò andare ad insulti e diffamazioni. Ad esempio, definì lo Stato ebraico il “più razzista del mondo” paragonandolo al Terzo Reich.
Il sito di Dacia Valent non è più raggiungibile, nonostante numerosi siti riportino il link dell’articolo (http://www.verbavalent.com/?q=node/309) senza verificare che sia effettivamente online. Lo abbiamo recuperato per voi.
Ecco il testo completo del suo articolo “Italiani di merda, Italiani bastardi” pubblicato sul suo sito il 1 ottobre 2008:
Voi non riuscite nemmeno a immaginare quanto sia difficile per me scrivere, tentando di non ferire le vostre povere sensibilità di piccoli bianchi, totalmente ignoranti del loro passato di carnefici di neri, ebrei e musulmani.
Non conoscete nulla di quello che avete nel vostro DNA storico, vi riempite la bocca di ebrei solo per salvarvi la coscienza, raccontando di come gente tipo Perlasca – un fascista di merda che dovrebbe morire mille volte solo per essere stato fascista ed aver sostenuto fossanche per un solo minuto quel regime – ne ha salvato alcuni.
Siete un popolo senza futuro perché siete un popolo senza memoria.
Me ne fotto degli italiani brava gente. Anzi, mi correggo, me ne fotto degli italiani bianchi e cristiani, naturalmente brava gente.
Non lo siete.
Siete ignoranti, stupidi, pavidi, vigliacchi.
Siete il peggio che la razza bianca abbia mai prodotto.
Brutti come la fame, privi di capacità e di ingegno se non nel business della malavita organizzata e nella volontà delle vostre donne (studentesse, casalinghe, madri di famiglie) di prostituirsi e di prostituire le proprie figlie.
Anche quando dimostrate un barlume di intelligenza, questa si perde nei rivoli del guadagno facile e del tirare a fregare chi sta peggio di voi.
Nessuna delle vostre battaglie ha un senso per altri se prima non produce un tornaconto per voi stessi.
Dalla politica alla religione, dal sociale alla cultura, siete delle nullità.
Capaci di raccogliere firme e manifestare, salvo poi smentire con ogni vostro atto quotidiano quello che a grande voce dichiarate pubblicamente. Andate a marciare da soli, che marci siete e marci rimarrete e non vi voglio profumare.
Non avete una classe media, siete una penosa e noiosa classe mediocre, incivile e selvaggia. I giornali più venduti sono quelli che trattano di gossip e i programmi televisivi più gettonati – al fine di vendere le proprie figlie come bestiame, come le vacche che sono destinate inevitabilmente a diventare, vista la vostra genia – sono i reality.
Avete acclamato qualsiasi dittatore e sottoscritto qualsiasi strage, salvo poi dimenticarvene ed assurgere come vittime di un élite. Non avete un’élite, coglioni, fatevene una ragione: i vostri deputati e senatori sono delle merde tali e quali a voi, i vostri capitani d’azienda sono dei progetti andati a male dei centri di collocamento, ma che o avevano buoni rapporti famigliari o il culo l’hanno dato meglio di voi.
Non solo quelli al governo (o che fanno capo all’area governativa), anche e soprattutto quelli che fanno capo all’opposizione.
Da quelli oggi al governo non ci aspettiamo nulla se non quello che da anni ci danno: razzismo, esclusione, spedizioni punitive, insulti ed umiliazioni.
Ma da quelli all’opposizione, quelli che si sono arricchiti con anni di Arci, Opere Nomadi, Sindacati Confederali, e sempre sulla nostra pelle, facendoci perdere diritti che ormai davamo per acquisiti, ci aspettiamo che si facciano da parte.
Sono ormai troppi anni che deleghiamo le nostre lotte a persone che in teoria dovrebbero averle fatte proprie, dimenticandoci l’infima qualità dell’italiano pseudobianco e pseudocristiano: non vale un cazzo perché non ha valori che valgano.
Un popolo di mafiosi, camorristi, ignoranti bastardi senza un futuro perché non lo meritano: che possano i loro figli morire nelle culle o non essere mai partoriti.
Questo mondo non ha bisogno di schiavi dentro come lo siete voi, feccia umana, non ha bisogno di persone che si inginocchiano a dei che sia chiamano potere e denaro e nemmeno di chi della solidarietà ha fatto business.
Ha bisogno di altro, che voi non avete e quindi siete inutili.
Dite che non è così?
Ditelo ai Rom perseguitati in tutta Italia, ditelo ad Abdoul, ditelo ai 6 di Castelvoturno, ditelo a Emmanuel, ditelo ai gay massacrati da solerti cristiani eterosessuali.
Ditelo a mio fratello, bastardi.
Ditelo alle decine di persone vere, non zecche e pulci come voi, che non denunciano perché sanno che se vanno dalla vostra polizia bastarda e assassina li umilieranno e magari li picchieranno di più e forse li uccideranno come l’Aldro [ammazzato come un cane perché pensavano fosse un extracomunitario], e se sono donne le violenteranno, e non avranno nessuno a cui rivolgersi per essere difesi.
Ditelo a quelli che rinchiudete per mesi nei vostri campi di concentramento senza alcun genere di condanna, solo per gonfiare le casse di qualche associazione che finanzierà un qualche partito, generalmente di sinistra, ditelo a quelli che lavorano per i vostri partiti e sindacati da lustri senza avere un contratto ma in nero, ditelo a quelli che si sono fidati di voi per anni, ditelo a quelli che raccolgono l’ultimo respiro di quei maiali dei vostri vecchi, e a quelli che si sfilano dalle fighe delle nostre ragazze per infilarsi in quelle larghe e flaccide delle vostre donnacce, ditelo ai nostri ragazzi che vincono medaglie e che saranno il futuro di questo paese, ditecelo, figli di puttana.
Ditelo col cappello in mano, e gli occhi bassi, cani bastardi. Ma sappiate che la risposta ve l’hanno già data a Castevolturno: Italiani bastardi, Italiani di merda. Io ci aggiungo bianchi, perché il discrimine è questo. Valete poco perché avete poco da dire e nulla da dare.
Dacia Valent
Parole molto dure ed intolleranti, come quelle riportate dagli utenti in un gruppo Facebook creato nel 2008 proprio in merito alle sue affermazioni:
Se dovessi usare il linguaggio di Dacia Valent, e posso anche provarmici perché trattasi di linguaggio democratico e multiculturale, quindi lecito, direi che la signora le ha tutte: è somala (con cittadinanza italiana), è musulmana, è comunista, è stupida, è antisemita ed è razzista. Ne ha ancora, beninteso, ma sono tratti caratteristici che non possono essere definiti se non ricorrendo al turpiloquio – ricorso che Valent per altro non si nega – e quindi soprassiedo. Tuttavia il lettore immagini come potrebbe essere definita questa icona della sinistra progressista che si permette di scrivere: «Italiani bastardi, italiani di merda e ci aggiungo bianchi». Italiani «stupidi, ignoranti, pavidi, vigliacchi, zecche, pulci e figli di puttana». «Brutti come la fame, privi di capacità d’ingegno se non nella volontà delle vostre donne di prostituirsi e di prostituire le proprie figlie».
In sostanza saremmo «un popolo di mafiosi, camorristi, ignoranti bastardi senza un futuro» e la simpatica Valent si augura che possano i nostri figli «morire nelle culle o non essere mai partoriti». Né va meglio per il ceto politico: «Non avete un’élite, coglioni, fatevene una ragione: i vostri deputati e senatori sono delle merde tali e quali a voi». La natura o proprio l’animo coprofilo della nera, musulmana, comunista e stupida signora le fa naturalmente dire che l’Italia è «un paese di cacche» e che Giorgio Perlasca – elevato da Israele «Giusto fra le Nazioni» – era solo «un fascista di merda». A parte le insistenze fecali, indubbiamente un debito culturale di qualche cabila somala e quindi tutto sommato apprezzabili, un po’ come i felafel, che possono non piacerti ma è politicamente scorretto sostenere che fanno schifo, a ben vedere le argomentazioni della Valent offrono un poderoso contributo al dialogo e al confronto, sia esso mono o multietnico. Escludendo infatti e in maniera categorica che una donna per di più nera, per di più comunista, per di più antiamericana e filo palestinese, il top del top del «sincero democratico» insomma, possa nutrire, anche di sguincio, sentimenti riconducibili al razzismo, se ne deve concludere che il suo è solo un linguaggio franco, aperto. Magari duro, magari brusco, però senza sottintesi razziali, senza che vi si possa leggere alcunché di discriminatorio.
Ne consegue che l’espressione «sporco negro» così come «italiani di merda e ci aggiungo bianchi» appartengono al lessico e al galateo democratico per cui se nella società civile, se fra i repubblicones non desta indignazione la seconda, non deve destarla neanche la prima. Insomma, Dacia Valent sarà quel che sarà, però va riconosciuto che ha contribuito a «fare chiarezza». La qual cosa per una somala «stupida, ignorante, brutta come la fame» e mi fermo qui, è davvero un eccellente risultato.
Fare di tutta l’erba un fascio rimane, sempre e comunque, un errore, così come definire una persona dal colore della sua pelle o dalle sue origini. Al razzismo non si risponde con il razzismo, l’antirazzismo è ben altro.
Fate attenzione a chi sfrutta la morte e i pensieri riportati da questa donna nel suo articolo per fomentare il disprezzo e la paura verso gli immigrati. Per chi volesse approfondire:
Razzismo s. m. [der. di razza, sull’esempio del fr. racisme]. – Ideologia, teoria e prassi politica e sociale fondata sull’arbitrario presupposto dell’esistenza di razze umane biologicamente e storicamente «superiori», destinate al comando, e di altre «inferiori», destinate alla sottomissione, e intesa, con discriminazioni e persecuzioni contro di queste, e persino con il genocidio, a conservare la «purezza» e ad assicurare il predominio assoluto della pretesa razza superiore: il r. nazista, la dottrina e la prassi della superiorità razziale ariana e in partic. germanica, elaborata in funzione prevalentemente antisemita; il r. della Repubblica Sudafricana, basato sulla discriminazione razziale sancita a livello legislativo e istituzionale (v. apartheid); il r. statunitense, riguardo a gruppi etnici di colore, o anche a minoranze diverse dalla maggioranza egemone. Più genericam., complesso di manifestazioni o atteggiamenti di intolleranza originati da profondi e radicati pregiudizi sociali ed espressi attraverso forme di disprezzo ed emarginazione nei confronti di individui o gruppi appartenenti a comunità etniche e culturali diverse, spesso ritenute inferiori: episodi di r. contro gli extracomunitari.
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