STORIA e PRECISAZIONI Sequestri: chi paga i riscatti? – Bufale.net
È un tema molto delicato quello legato ai sequestri ad opera dei terroristi e alla successiva liberazione degli ostaggi. Si parla sempre di pagamenti in denaro, milioni o decine di milioni di dollari/euro, ma nessun governo europeo ha mai ammesso di averli fatti.
Le polemiche sulla liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo non finiscono mai. Ora sul banco degli imputati è il probabile riscatto pagato ai sequestratori, ma la domanda è “chi avrebbe pagato?“.
A livello politico ed internazionale, e in seguito ai fatti dell’11 settembre, ci furono due risoluzioni dell’ONU: la prima, del 2001, invita gli stati membri a non dare soldi ai terroristi, mentre quella del 2013 invita agli stati membri di non pagare i riscatti per la liberazione degli ostaggi dei gruppi terroristici.
Purtroppo, al momento, nessuno è in grado di affermare con prove alla mano che sia stato pagato un riscatto per la loro liberazione.
Si conosce solo una cifra ipotetica, 12 milioni di dollari, ma l’unica “prova” di questa somma è un tweet pubblicato dall’account Twitter @EKhateb88, un account ritenuto vicino ai ribelli anti-Assad.
Il tweet dell’account @Ekhateb88 sarebbe una condivisione di un post su Facebook scritto dall’account إياد خطيب (trad. “Predicatore Iyad“), il quale risulterebbe essere siriano.
La notizia del pagamento, attraverso l’account Twitter sopra citato, arriva ben prima (15 gen 2015, ore 17:09) del tweet diffuso da Palazzo Chigi (15 gen 2015, ore 18:19).
Da notare che l’account Facebook “Predicatore Iyad” risulta avere stretto amicizia con Hamza Boccolini, giornalista professionista che lavorava presso l’agenzia di stampa Aki – Adnkronos international. Probabilmente l’amicizia è dovuta per interessi giornalistici, siccome segue il mondo arabo per l’Agenzia Nova.
Abbiamo contattato Hamza Boccolini, chiedendogli se questa fonte si poteva considerare attendibile. Secondo Boccolini la fonte non sarebbe da considerare affidabile, siccome il problema legato alla comunicazione moderna è che chiunque, in particolare se si tratta di persone in “teatri di guerra” che non si possono contattare, può scrivere un tweet che i media tradizionali prendono come se fosse oro colato. Se fosse stato un media arabo, o un’organizzazione riconosciuta, sarebbe stato più credibile.
Su Twitter sarebbe stato pubblicato un tweet dall’account della canale satellitare Alaan TV, che citerebbe i 12 milioni di dollari pagati per la liberazione delle italiane, ma al momento non è rintracciabile.
Secondo il New York Times, ben 125 milioni di dollari sono stati consegnati ai gruppi terroristici legati ad al Qaeda e ad altri gruppi dal 2008 al 2013 come riscatto per gli ostaggi. A pagare di più sono stati i francesi con ben 58 milioni di dollari, seguiti dal Qatar e Oman (insieme ben 20 milioni), dalla Svizzera (12 milioni), dalla Spagna (circa 11 milioni) e dall’Austria (3 milioni).
Le polemiche vengono sempre date ad ogni governo in carica, indipendentemente dalla parte politica. In Italia possiamo citare vari casi di sequestro:
- per la liberazione di Cupertino, Agliana e Stefio (2004, Governo Berlusconi II) i sequestratori parlavano di 4 milioni di dollari (la versione ufficiale parla di un blitz americano);
- per la liberazione di Simona Pari e Simona Torretta (2004, Governo Berlusconi II) sarebbero stati pagati 5 milioni di dollari (la Farnesina smentì);
- per la liberazione di Giuliana Sgrena (2005, Governo Berlusconi II) sarebbero stati pagati 6 milioni di euro (il Governo smentì);
- per la liberazione di Clementina Cantoni (2005, Governo Berlusconi III) sarebbero stati richiesti 10 milioni di dollari (il Governo nega);
- per la liberazione di Mariasandra Mariani (2011, Governo Berlusconi IV) sarebbero stati pagati 3 milioni di euro (la Farnesina smentì);
- per la liberazione di Rossella Urru (2011, Governo Monti) sarebbero stati pagati 3 milioni di euro (mai ammesso dal Governo);
- per la liberazione di Domenico Quirico (2013, Governo Letta) sarebbero stati pagati 10 milioni di dollari (da cui bisogna escludere la parte per la giornalista belga Pierre Piccinin, la notizia fu negata dal Governo italiano e dal governo belga).
Ad aggiungersi all’elenco dei probabili riscatti pagati potrebbe essere proprio quello per Greta e Vanessa, inserendo quindi anche il Governo Renzi.
Come per il caso delle due ragazze, Greta e Vanessa, la fonte che citava il riscatto pagato per Mariasandra Mariani era vicina ad al Qaeda. Fonti che non hanno ne un nome ne un volto certo, ma senza prove effettive di un pagamento rimane tutto nel mondo del “probabile” e nel mondo delle supposizioni.
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