Storia del tassello ad espansione tra Rawlings e Fisher
Ci segnalano i nostri contatti il ritorno sulle loro bacheche di Arthur Fisher, inventore del tassello ad espansione in plastica: ottima occasione per parlare di come dal tassello ad espansione Rawl o Rawlplug si arrivò al “Fisher” e come il secondo sia diventato il “nome commerciale” della categoria.
La storia del tassello ad espansione comincia ai primi del ‘900, in un museo.
Storia del tassello ad espansione tra Rawlings e Fisher
Siamo nel 1910, e John Joseph Rawlings viene incaricato di occuparsi dell’ammodernamento e dell’installazione dei sistemi elettrici del British Museum.
Il problema che Rawling doveva affrontare era l’inserire viti nei muri senza danneggiare troppo gli intonaci e avendo connessioni stabili e affidabili.
All’epoca la soluzione ideale era ritenuta trapanare buchi nei muri per usare tasselli di legno come sostegni, ma era una soluzione invasiva e visibile. Rawlings cominciò quindi con cilindri di iuta “indurita” da colle di provenienza animale, usatissime all’epoca anche in ambito edile (adesso sono confinate al restauro di mobilia e liuteria antica).
La iuta, “schiacciata” dalle viti, aggiungeva pressione addizionale rendendo la vite meccanicamente più stabile l’incastro più affidabile, esattamente come in un tassello ad espansione moderno.
Rawlings ribattezzò la sua invenzione Rawlplug (letteralmente “Tappo di Rawl”), e col tempo brevettò diverse varianti, ad esempio una basata su fibre di amianto o altri materiali fibrosi (all’epoca l’amianto non era ancora noto per la sua tossicità) e una basata sull’uso di bulloni a ginocchiera, ancora adottati in America dove il cartongesso è materiale comune nella costruzione edile.
L’arrivo del Fisher
Il Rawlplug, noto ancora nei paesi anglosassoni come nome “comune” del tassello ad espansione fu considerato il “golden standard”, lo standard migliore per decenni.
Finché entrò in scena il brillante Artur Fisher, brillante e poliedrico inventore noto per aver creato il flash sincrono poi usato da AGFA, materiali plastici per l’industria del giocattolo e svariati altri brevetti.
È scorretto dichiarare che Fisher inventò il tassello ad espansione dandogli il suo nome, ma Fisher innovò il rawlplug sostituendo colla e iuta con un materiale di sua conoscenza.
Era il 1958 quando la Fischerwerke rivoluziona il mercato del fissaggio con il suo leggendario tassello S, ovvero un tassello ad espansione fatto esclusivamente di nylon, dall’iconica forma che conosciamo, sommando la geniale intuizione di Rawlings con un materiale robusto, affidabile e praticamente eterno.
Nel 1959 Fisher incontrò l’italiano Paolo Morassutti, creando nel 1964 “Fisher Italiana”, creando una divisione linguistico-geografica per cui il tassello ad espansione viene identificato come “fisher” o “rawlplug” a seconda della lingua di chi lo usa.
Ma in un certo senso il “fisher” è un discendente dell’originale “rawlplug”.
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