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BUFALA Stivali marca UGG e violenze su procioni e animali catturati – Bufale.net


Ci segnalano i nostri contatti la presenza di diversi filmati e notizie riguardanti l’uso di pellicce animali, sovente prelevate da procioni o altri animali catturati, uccisi e scuoiati mediante bracconaggio ed altre forme deteriori e disumane, legati alla produzione di stivali che apparentemente recherebbero marchio Ugg.
Non vi mostreremo le immagini grafiche per scelta editoriale, ma vi riporteremo l’articolo dell’Huffington Post che ne riporta traccia, il quale asserisce che:

“The raccoon dogs routinely endure unspeakable suffering. They die a slow, agonising death, their bodies raw and bloody…There is no UK ban on their fur so it’s possible these phoney boots could enter the high street.”
“I procioni soffrono in modo indicibile. Muoiono di morte lenta ed in agonia, coi loro corpi martoriati e sanguinanti. Non c’è un divieto nel Regno Unito sulla loro pelliccia, così è possibile che i falsi entrino in commercio”

Purtroppo l’esistenza di falsi a poco prezzo ottenuti in spregio alle normative vigenti è un triste dato di fatto. Anche in questo caso. Per fortuna anche la dogana Inglese si sta attivando per riconoscere e distruggere quei falsi, e ci sono metodi efficaci coi quali l’utente finale possa distinguere il falso Ugg dal vero.
Gli stivali Ugg originali infatti sono ottenuti con pelle e vello di montoni e pecore, prodotto della fiorente industria ovina Australiana e derivati dall’abbattimento dei capi normalmente usati per la produzione di carne ed altri prodotti, quindi coi dovuti standard di legge, che garantiscono morti indolori, rapide e finalizzate al consumo umano senza sofferenza alcuna.
La casa madre è quindi verosimilmente irritata dalla presenza di falsi, sicché

Lena McDonald who runs Ugg Australia, said the use of the raccoon dog fur by other brands was tarnishing the entire ugg boot industry as many people had trouble differentiating between different brands.
Lena McDonald, che dirige Ugg Australia, ha dichiarato che l’uso di pelliccia di procione di altri marchi sta danneggiando l’intera industria degli stivali Ugg, rendendo impossibile differenziare tra i vari marchi.
Ms McDonald said her company used its own local tannery to ensure the quality and standards of its boots, but added there were anywhere between 30 – 40 products using the word “ugg” but that many were not made in Australia and used overseas materials including fur.
La sig.ra McDonald ha dichiarato che la sua compagnia ha una propria conceria per gestire la qualità e gli standard dei suoi stivali, ma ci sono almeno 30-40 prodotti che usano la parola “ugg”, molti non Australiani e che usano materiale straniero, come la pelliccia.
“As far as I can see many of these boots are not made in Australia at all yet they have the word Australia and ugg on them,” she said.
“Per quanto ne so molti di questi stivali non sono fatti in Australia e tutti hanno stampigliati i marchi “Australia” e “Ugg” “, riferisce lei
“Labelling laws in Australia are a little bit grey and we have seen companies cutting off tags saying ‘made in China’ and the Australian made tag put on it.”
“Le leggi sul marchio in Australia sono in una zona grigia ed abbiamo visto compagnie tagliare le etichette “Made in China” per attaccarvi etichette Australiane

A complicare la questione, secondo il testo citato, è l’apparente possibilità di importare prodotti esteri contenenti pelliccia di animali non espressamente protetti, come il procione. Ma anche qui soccorrono le leggi sul diritto d’autore, di talché, come racconta Charlotte Kemp, giornalista del Daily Mail:

Four weeks ago I ordered a pair of black UGG boots on the internet. According to the postal tracking service, they were due to arrive at my home in Kent on Monday.
Quattro mesi fa ho ordinato un paio di stivali neri UGG da Internet. Secondo il servizio di tracciabilità postale, sarebbero arrivati nella mia casa del Kent di Lunedì
But when the postman came knocking, he wasn’t armed with sheepskin-lined Sundance II boots in black, just an ominous-looking letter.
Ma quando il postino è arrivato alla mia porta, non mi ha dato i miei stivaletti neri in pelle di pecora modello Sundance II, ma una lettera dall’aspetto spaventoso
‘Notice of Goods Detained,’ read the missive, bearing the UK Border Agency logo. ‘We have detained your parcel containing “UGG” boots because we believe they are counterfeit, pirated or patent-infringing goods. We have contacted the owner of the Trade Mark, Copyright or Right Holder and asked them to determine whether this is the case.’

“Notifica di Sequestro dei Beni”, diceva la missiva col logo della Dogana del Regno Unito. “Abbiamo sequestrato il tuo pacco contenente stivali UGG perché riteniamo siano contraffatti, pirata oppure violino brevetti registrati. Abbiamo contattato il proprietario del Marchio, Brevetto o Copyright per valutare se questo fosse il caso”

A second letter is enclosed in the same envelope. It’s from Deckers, the owners of the UGG brand. They’ve examined the boots, confirmed that they are fakes and now plan to destroy them.

Nella busta c’era una seconda lettera. Era da Deckers, i proprietario del marchio UGG. Diceva che avevano esaminato gli stivali, confermato che erano falsi e li avrebbero distrutti.
‘As the goods are counterfeit and were not purchased from a genuine UGG site we are not in a position to offer a refund,’ it concludes .
“Siccome le merci sono contraffatte e non acquistate da un reale sito UGG non possiamo rimborsarla”, concludeva.

Aggiunge la reporter che:

While the genuine boots made by UGG Australia use only sheepskin produced in a humane way, there is no such guarantee with the lookalikes.
Mentre gli stivali UGG originali australiani usano solo carne di pecora prodotta in modo umano, non vi è alcuna garanzia con le imitazioni.

E contando che anche da noi in Italia vigono severe leggi sul Copyright ed il diritto d’autore, nonostante purtroppo persista una fiorente industria del falso che continua a riproporsi, ciò è un motivo in più per evitare prodotti contraffatti, vietati e prodotti con tecniche disumane.
Come suggerisce la Kemp, è pertanto un bene che voi evitiate siti internet sospetti che offrono stivali a marchio “Ugg” a prezzi anche di molto inferiori al prezzo base, accettando metodi di pagamento “diretto” e non tracciabile.
Inoltre:

According to Deckers’ website, UGG Australia does not authorise any of its official dealers to sell on eBay. Indeed, it advises customers to steer clear of auction sites altogether.
Secondo il sito ufficiale di Deckers’, UGG Australia non autorizza alcuno dei suoi rivenditori ufficiali a vendere su eBay. Infatti, consiglia ai consumatori di evitare l’uso di siti d’aste.

Abbiamo verificato quindi il sito Deckers’, e, per quanto non abbiamo trovato un’asseverazione così tranchant, abbiamo effettivamente riscontrato un invito alla prudenza:

Craig’slist, eBay and other online auction and forum sites are also a common outlet counterfeiters use to sell fake UGG products. We have put security features in place on genuine UGG and I Heart UGG products that you can use to spot fakes.
Craig’slist, eBay ed altri siti d’aste online e forum sono un mercato comunemente adottato da chi vende prodotti contraffatti per piazzare i proprio UGG falsi. Abbiamo pertanto posto delle misure di sicurezza sui prodotti UGG e I Heart UGG che potete usare per individuare i falsi.

Anche il sito italiano della Deckers’ riporta un link alla pagina anticontraffazione in inglese comune a tutte le filiali del marchio che vi consigliamo di verificare con attenzione, unitamente all’elenco di marchi di sicurezza presenti su questa pagina.
Se le UGG originali non comportano alcuna delle violenze che ci avete segnalato, così non è per i falsi.

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