Sotto il titolo di Libero sul DDL Zan c’è di peggio: “Il centrodestra ci salva dal bavaglio”

di Luca Mastinu |

bufala sindaco di lonigo
Sotto il titolo di Libero sul DDL Zan c’è di peggio: “Il centrodestra ci salva dal bavaglio” Bufale.net

Sul titolo di Libero sul DDL Zan si potrebbe fare un’analisi simile a quella fatta da GiornalettismoIl noto quotidiano ha titolato: “Piange il PD. Che bello” e i caratteri in vista sono comparsi nella prima pagina di questa mattina, 28 ottobre 2021. A catturare la nostra attenzione, tuttavia, è l’occhiello in cui l’articolista parla di un “centrodestra che ci salva dal bavaglio”.

Esplode la sinistra: Letta non ha voluto mediare e ha perso voti tra gli alleati. Finalmente il centrodestra ha fatto gioco di squadra e ci salva dal bavaglio.

Ciò che andremo ad analizzare non sarà un’opinione, bensì un’analisi di chiaro esempio di disinformazione perpetrata con il preciso intento di spaventare i lettori, inventando una censura che di certo il DDL Zan non avrebbe inflitto. Di quanto successo nella giornata di ieri abbiamo parlato in due articoli: il primo più specifico, il secondo più esplicativo.

Non saremo certo noi a orientare il pensiero sull’affossamento del DDL Zan, e per invitarvi a un ripasso sul disegno di legge consigliamo la lettura del testo originale a questo indirizzo. Sostanzialmente, la “tagliola” di cui si parla nelle ultime 24 ore, come aveva previsto lo stesso Alessandro Zan, rischia di rendere impossibile l’approvazione del testo e per questo si parla di “vittoria del centrodestra” che più di tutti si è sempre opposto a questo disegno di legge.

La favola del bavaglio

In uno dei tanti episodi di sea-lioning (non è arabo, tranquilli, ecco il significato) abbiamo avuto un confronto acceso con una lettrice tutt’altro che disposta a un dialogo: il suo intento era convincerci che il DDL Zan le avrebbe impedito di proseguire il suo atteggiamento discriminatorio nei confronti della comunità LGBTQ+, mentre di fatto non è così.

Un atteggiamento, questo del vittimismo per un bavaglio inesistente, che molte forze politiche, la CEI, utenti social, improbabili influencer, youtuber improvvisati e loro affini hanno portato avanti dalle prime battute sul disegno di legge con il preciso scopo di spaventare“Il DDL Zan impedisce la libertà di espressione”. Falso, ovviamente. Probabilmente dietro questo intento c’è dell’omofobia, che comunque noi chiamiamo ingenuità a seconda dei casi. Per negare l’esistenza di un bavaglio non serve essere a favore del DDL Zan, bensì serve uno spirito critico che non deve essere accecato da ideologie e appartenenze. Il 2 giugno avevamo pubblicato un editoriale dal titolo: “Il DDL Zan non ti costringe ad accettare gli omosessuali”. Di fatto è così, e lo dice lo stesso testo all’art. 4 dal titolo Pluralismo delle idee e libertà delle scelte.

Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti.

Perché si discute tanto, e perché si parla di bavaglio? Uno dei germi più inoculanti della disinformazione è la semplificazione: se una cosa non piace né la si capisce, la si fa diventare un mostro da combattere. Succede da quando esiste l’uomo, e la storia è piena di esempi. Il mostro da combattere viene distorto, viene reso pericoloso per trasformarlo in un bersaglio. In questo caso il mostro è l’informazione corretta: l’art. 4  tutela la libertà di pensiero, eppure sotto il titolo di Libero sul DDL Zan si parla un “centrodestra che salva dal bavaglio”, e si fa ancora disinformazione.

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