Non ci sono ancora prove inconfutabili in merito, ma sono forti i sospetti che convergono verso un operatore sanitario NoVax, in merito ad un focolaio Covid registrato in queste ore presso l’Ospedale di Lavagna. Una questione delicata, che abbiamo trattato indirettamente con il caso di Belluno nella giornata di martedì, in riferimento alla necessità che a questa tipologia di personale venga somministrato il vaccino. Senza emettere sentenze, facciamo ordine tra le informazioni fino a questo momento disponibili.
Un primo riscontro più ufficiale, seppur non definitivo, arriva direttamente da Toti. Come riporta ANSA, infatti, il Presidente della Regione Liguria ha rilasciato una dichiarazione abbastanza chiara sul caso dell’Ospedale di Lavagna, con ben nove pazienti risultati positivi al tampone Covid, nonostante fossero risultati negativi al momento del ricovero. Le prime indagini del caso, nello specifico, puntano il dito contro un operatore sanitario della struttura che aveva deciso di non sottoporsi al vaccino:
“Dalle prime indagini interne della Asl, personale ospedaliero non vaccinato ha portato il virus inconsapevolmente all’interno di un reparto e ha provocato nove pazienti positivi che sono ora ricoverati all’ospedale di Lavagna. Lo erano già per altre ragioni, ma oggi si sono positivizzati in ragione di un incontro con lo staff sanitario che evidentemente ha rifiutato il vaccino, visto che il personale sanitario è già stato vaccinato tutto da tempo”.
Dunque, una lettura abbastanza semplice della situazione, se non altro perché agli operatori sanitari dell’Ospedale di Lavagna era già stato somministrato il vaccino Covid alcune settimane fa. Per questa ragione, solo i non vaccinati tra il personale avevano il potere di risultare contagiosi in caso di positività. Al momento, secondo le fonti, i nove pazienti contagiati risultano asintomatici e non destano preoccupazioni.
Come evidenziato da Toti, in ogni caso, la vicenda dell’Ospedale di Lavagna evidenzia come gli operatori sanitari NoVax non dovrebbero essere a contatto coi pazienti. Solo in questo modo, infatti, sarà possibile scongiurare pericoli e focolai per persone esposte. Vedremo se la questione verrà in qualche modo regolamentata da una legge o da apposite ordinanze nel corso dei prossimi giorni qui in Italia.
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