Editoriale

Soldato russo in lacrime sfamato da ucraini: la guerra e la tragedia dei ragazzi soldato

La storia del soldato russo in lacrime sfamato da ucraini dimostra qualcosa che sapevamo. La guerra tra Russia e Ucraina non è una guerra tra il popolo russo e quello ucraino. È la guerra di Putin contro l’Ucraina, un conflitto creato dall’ambizione del Cremlino e della quale al popolo non è dato sapere i contorni.

Letteralmente. C’è in corso una coltre di censura in Russia per cui non si può parlare di guerra e invasione.

Per quello che riguarda i russi, la guerra non esiste, si tratta di “operazioni militari”, e quando i Russi scendono in campo non lo fanno mai per invadere ma per liberare, non per uccidere e spezzare vite ma per “denazificare” e in pieno stile Orwell il bispensiero diventa paradosso.

Paradosso nel quale rientrano le immagini di un soldato russo, poco più di un ragazzo, in lacrime perché è stato catturato. E perché gli Ucraini gli hanno dato pietà. Un pasto caldo, anche un telefono per chiamare la madre lontana.

Ed è uno dei più fortunati: molti di loro, semplicemente non torneranno mai vivi, mandati al massacro per l’ambizione di oligarchi e maggiorenti.

E le testimonianze continuano: abbiamo storie di giovani russi lasciati senza benzina nel campo di battaglia. Ma anche video meno commoventi di questo, dove giovani soldati russi che credevano di essere “liberatori” crollano sotto il peso degli insulti e delle grida di un popolo che si sente minacciato.

Fonti militari ancora non confermate descrivono scene che ci rimandano ai conflitti mondiali: comunicazioni tra ragazzini spediti al fronte in lacrime, stanchi e demotivati, pronti ad urlarsi addosso e ad un passo dal crollo psicofisico.

Una comunicazione entrata in possesso dell’ambasciatore presso le nazioni unite vede un giovane soldato terrorizzato spiegare a sua madre che no, non potrà mandarle “il pacchetto da casa” perché ora è in guerra, non è più in una esercitazione e vede la gente morire.

Il grido più comune tra i giovani soldati catturati e feriti e “Ci hanno mandato a morte”. La cronaca descrive truppe giovani e disorganizzate, pronte a misure disperate per evitare il fronte come l’autosabotaggio dei veicoli.

Scene che abbiamo visto: crociate di fanciulli, ragazzi impreparati alla vita mandati a dispensare la morte.

 

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