Editoriale

Soldati russi morti in Ucraina, i loro corpi abbandonati, la ricerca delle famiglie

La storia dei soldati russi in Ucraina dimostra che essere un “eroe Russo” è un mestiere che fa davvero schifo. Potete chiederlo a Petro Dziuba, celebratissimo Eroe Russo il cui manifesto è comparso durante la “Festa della Vittoria Russa”.

Celebrato da un manifesto ha visto la sua abitazione storica e la sua tomba al cimitero bombardate dalle bombe dei “Tovarish” russi fino alla completa obliterazione, dato che l’eroe Russo Petro Dziuba aveva il “piccolo” problema di essere nato in Ucraina e seppellito a Kharkiv.

Ma almeno ha avuto un bellissimo manifesto in stile vintage-sovietico.

Ma le male lingue potrebbero pensare che certe cose non succedano più. In effetti se muori ora per Madre Russia non finisci bombardato fino a polverizzare le tue ossa. Potresti però scoprire che la tua vedova affranta o tua madre riceveranno la fantasmagorica somma di 135 dollari, al cambio circa 125 euro.

Cosa che rende la tua carne tre volte più economica del pollo arrosto al mercato.

Sempre se le tue ossa vengano recuperate, invece che abbandonate al loro destino, dopo essere stato spogliato delle mostrine e del cellulare.

Probabilmente per occultare la tua identità al nemico e alle statistiche interne, forse perché se la tua vita vale 125 euro, il cellulare che hai in tasca vale molto più di te e ai tuoi “compagni fidati” torna utile quanto una lavatrice nuova se non di più

Soldati russi morti in Ucraina, i loro corpi abbandonati, la ricerca delle famiglie

Anche per questo in questo momento ci sono all’incirca duemila corpi senza nome e identità in carri frigoriferi alla frontiera di Kiev.

Militi ignoti senza una storia, senza un nome, senza un passato.

Senza nessuno che ne reclami il corpo, che il governo di Kiev sta sottoponendo ad analisi del DNA per sapere a chi rispedirli.

Cosa più pietosa che lasciarseli indietro tra una lavatrice abbandonata e una fossa comune, va detto.

Vi avevamo parlato di una hotline, una linea diretta con la quale un web blogger Ucraino informava le famiglie dei prigionieri di guerra della cattura dei loro congiunti.

Adesso ce ne è una con un obiettivo più sobrio: una ONG Ucraina risponde alle chiamate delle famiglie Russe che non hanno notizie dei loro congiunti, dando notizie o quantomeno la certezza della loro dipartita.

Quarantamila telefonate in tre mesi, per gli “eroi denazificatori” che per la madrepatria sono morti di Shroedinger.

Per la Propaganda, per la “Gloria Russia” hanno il valore inestimabile del feticcio.

Per le persone valgono meno di un pezzo di carne scadente, meno di un paio di sneakers, molto meno del cellulare che gli viene portato via, meno di una lavatrice o di una auto bottino di guerra.

Vale la pena morire per così poco?

 

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