Momenti di panico per gli utenti dei social in India: da oggi 25 maggio è entrata in vigore la nuova normativa indiana.
Normativa che prevede una serie di obblighi per le compagnie di IT che gestiscono social.
La normativa previgente indiana era vecchia di decenni, e inadeguata alla gestione legale dei social.
La nuova? Probabilmente passa da un eccesso all’altro, chiedendo garanzie al momento molto difficili da attuare anche con un gran numero di risorse.
Ad esempio il Digital Media Ethics Code, “Codice Etico per i Media Digitali” prevede che in ogni momento i Social possano identificare per il governo il punto di origine di un messaggio o, ove non applicabile perché da account estero, il primo account indiano a farlo rimbalzare nello Stato.
Ogni social con più di cinque milioni di utenti secondo la norma è tecnicamente tenuto quindi a procurarsi tre funzionari per gestire le segnalazioni degli utenti secondo tre livelli di gravità: l’ultimo dei quali dovrà coinvolgere il governo.
Un sogno per chi vuole sapere ad esempio come è nata una bufala particolarmente nociva, ma come ci siamo più volte trovati a verificare sul campo, un vero e proprio campo minato.
Sono gli stessi condivisori di bufale seriali a introdurre una serie di ostacoli che rendono fisicamente e meccanicamente impossibile individuare il punto di origine di una connessione. Pensate alla numerose bufale che comprendono nel loro testo l’invito a “copiare e incollare questo testo” o “premere il dito sul monitor finché non appare la funzione copia”.
Tutte manovre che di fatto sfruttano il cosiddetto “analog loophole”, il “cavillo analogico”.
I social sono più che equipaggiati per seguire una catena di condivisione: ma per quel che riguarda un computer, un messaggio copiato e incollato in un momento diverso diventa un nuovo messaggio orfano e sconnesso dalla catena precedente, obliterando tutti i condivisori precedenti.
Ulteriore problema sono i dubbi sulla natura di WhatsApp: il Governo indiano ha dovuto rassicurare che la formulazione della norma vuole solamente che si indichi l’originatore di un messaggio, e non che ci sia una forma di divulgazione del messaggio.
Cosa che sarebbe peraltro incompatibile con la crittografia end-to-end usata da WhatsApp: in una parola potrebbe rendere possibile per il Governo rendere leggibili su richiesta le comunicazioni crittografate
Avete letto un numero ingente di potrebbe.
Beh, come per il caso di TikTok, dove il rischio di divieto fu ovviato con una nuova policy sui minorenni, il futuro non è ancora scritto, e potremmo avere sorprese di ogni tipo.
Ma almeno restano i meme
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