Ci segnalano i nostri contatti la notizia secondo cui, in questi giorni, la cosiddetta “Social Card”, una forma di elargizione per i ceti meno abbienti, sarebbe stata estesa agli immigrati.
Tale notizia è, evidentemente, una bufala.
La social card, una “carta acquisti” che consente di fornire 40 euro al mese (80 euro forniti mediante la scheda ogni due mesi) ai ceti non abbienti, è un emolumento fornito ai non abbienti, che asseritamente sarebbe stato “esteso” agli immigrati.
Ciò non è affatto vero: come ricorda infatti RaiNews
Un emendamento del governo, che ha compensato le Poste dei costi della distribuzione nei primi mesi del 2014, è stato erroneamente interpretato come allargamento della carta acquisti anche agli extracomunitari, scatenando la polemica politica. Peccato che la norma sia nata con la manovra dello scorso anno e che la sperimentazione a favore degli immigrati con regolare permesso di soggiorno vada avanti ormai da mesi. A chiarire in serata è dovuto intervenire anche il Tesoro, sottolineando che l’emendamento del governo sana esclusivamente il periodo gennaio-marzo 2014 e non “modifica i criteri per l’accesso alla prestazione”. Tutto questo non ha evitato però la polemica politica, tanto che lo stesso Ncd, partito della maggioranza di governo, ha criticato l’emendamento sostenendo che non si tratta di una misura concordata. L’equivoco Non si tratta dunque di estensione, ma di conferma della social card anche agli immigrati. Il governo intanto mantiene le promesse e porta a quattrocento milioni, dai 250 iniziali, lo stanziamento a favore dei non autosufficienti previsto nella legge di stabilità. Le risorse saranno attinte dal fondo per la famiglia che sarà così in parte riconvertito.
Né inoltre sarebbe possibile, solo per dare un “contentino” alle voci critiche, decidere, in questo caso sì con una modifica alla normativa, immutare l’intero impianto normativo per “tagliare fuori” i soli immigrati. Ciò aprirebbe infatti più problemi di quanto le voci critiche vorrebbero risolverne col presunto risparmio creato dal provvedimento, in quanto
La mancata approvazione della proposta, si legge nella relazione tecnica, comporterebbe il recupero dei contributi gia’ erogati nei primi tre mesi di quest’anno e «non consentirebbe di pagare a Poste i compensi previsti per il servizio comunque prestato per assicurare la continuità del programma». Senza l’ok all’emendamento verrebbe meno anche la sperimentazione avviata nei dodici Comuni con oltre 250mila abitanti. La social card vale 40 euro al mese e viene caricata ogni due mesi con 80 euro, sulla base degli stanziamenti via via disponibili. E’ pensata per sostenere i cittadini in difficoltà per la spesa alimentare, sanitaria, e il pagamento delle bollette della luce e del gas.
Quindi la situazione si inverte: non vi è un fantomatico emendamento per concedere soldi agli immigrati, ma un emendamento che conferma la misura sic stantibus rebus compensando le Poste delle somme anticipate.
Inoltre anche volendo, ipoteticamente, ridefinire le elargizioni in senso restrittivo, ciò comporterebbe automaticamente il blocco della sperimentazione, privando tutti gli aventi diritto dell’elargizione per un tempo potenzialmente indefinito.
Per completezza aggiungiamo, preso atto della natura “bufalesca” della notizia, due voci contro e a favore, fonte RaiNews
Lega su social card, ennesimo regalo a immigrati “Ancora milioni di euro tolti a pensionati e disoccupati per essere regalati agli extracomunitari. La conferma dell’allargamento della platea della social card è l’ennesimo regalo del governo agli immigrati. Renzi ha riproposto quanto già fatto da Letta, questa è l’ennesima dimostrazione che il Pd ha a cuore solo i diritti degli immigrati che puntualmente garantisce attraverso i doveri, cioè le tasse, dei cittadini italiani”. Lo dice Guido Guidesi, capogruppo della Lega Nord in commissione bilancio alla Camera.
Patriarca (Pd): “I poveri non hanno colore” “La social card agli extracomunitari è un bel segnale. Significa riconoscere che in tanti che sono arrivati in Italia per lavorare si sono integrati nella nostra società. Ed è giusto aiutarli se sono caduti in difficoltà”. Lo afferma il deputato del Pd Edoardo Patriarca “I poveri non hanno colore – continua Patriarca – Speriamo a questo punto che già dal 2015 si possa cominciare a ragionare per un vero reddito d’inclusione”.
Sulle ragioni etiche e morali, lasciamo a voi ogni giudizio: per le sole ragioni di ordine tecnico e giuridico possiamo asseverare la qualifica di bufala della notizia.
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