Lo skimming esiste da più tempo di quanto possiate immaginare: ed è un genere di truffa piuttosto creativo, anche se difficile da mettere in cantiere nell’era delle telecamere di sorveglianza.
Perché nemico dello skimming è proprio la telecamera di sorveglianza, dato che questo genere di truffa chiede pochi secondi in cui il truffatore sia lasciato del tutto solo con un bancomat
Lo skimming è alla base della disavventura capitata ad n cittadino di Roma.
Nel suo caso il cittadino accedendo ad un ATM del quartiere Monteverde ha segnalato problemi di accesso al conto: la carta, inserita, non veniva letta correttamente. Provato un altro ATM, la carta ha funzionato come doveva e una telefonata con l’operatrice ha confermato che la carta bancomat in possesso del cittadino era regolamentare.
Non regolare era l’ATM, modificato da un truffatore.
In breve tempo il cittadino si è trovato davanti ad un prelievo di 1000 euro apparentemente del tutto regolare, che l’ha spinto a denunciare. Scoprendo che sì, lo skimming è tornato.
Semplicemente il truffatore applica alla bocchetta di ingresso della carta bancomat una piccola mascherina metallica, con un forte adesivo, uguale di aspetto al resto dell’ATM.
La mascherina contiene propri sensori che provvedono a leggere e memorizzare i dati delle carte inserite, talora (e qui la parte insidiosa: non sempre) palesando la propria presenza con piccoli errori di lettura del dispositivo originale che passano inosservati.
A fine della giornata il truffatore torna sul luogo del delitto e finisce la retata: recupera il dispositivo e ha tutto il necessario per creare proprie carte clonate o usare direttamente i dati carpiti per acquisti online o operazioni di home banking.
Truffe più elaborate consistono nell’incollare un “sovratastierino” sulla tastiera per carpire codici, o fornire lo “skimmer” di una piccola fotocamera orientata sulla mano.
Avrete già notato che i punti bancomat più recenti hanno una “corazza” intorno al tastierino ed un pezzo di plastica colorato davanti alla bocchetta di ingresso carta.
Tali strumenti non sono solo decorativi ma servono per impedire al truffatore di far aderire i suoi marchingegni.
Bisognerà privilegiare quindi ATM più moderni e corazzati: in ogni caso controllare la presenza di variazioni strane, specialmente se vi rivolgete spesso allo stesso ATM e, in caso siate fuori sede, controllare la presenza di “aggiunte” troppo nuove e poco consunte rispetto al resto del dispositivo, marchio di qualcosa aggiunto posticciamente e staccato alla bisogna.
Uno sportello con evidenti segni di manipolazione andrà evitato, uno sportello datato può essere comunque verificato, o richiesto un controllo agli esercenti, per eventuali parti posticce.
In ogni caso, converrà adottare alcune garanzie come bloccare i pagamenti all’estero quando non si ritiene di doverli usare, usare sistemi di autenticazione a doppio fattore quando possibile e allertare gli operatori in caso sospetto.
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