Ci segnalano i nostri contatti , prelevata dal portale di vari istituti scolastico una delle tante foto che sta girando (ci sono diverse versioni).
Punto dolente della vicenda è proprio il fatto che, secondo un protocollo inizialmente pubblicato sul portale della scuola, in caso di malattia dei piccoli scolari si prevede
Testo precedente PUNTO 7
Testo modificato PUNTO 7
Punto dolente della vicenda, che ha suscitato nell’antivaccinismo militante da tastiera velleità da dittatura sanitaria, o altre teorie del complotto molto in voga in quelle lande.
La verità è che cercando in Google Cache, effettivamente, oggi è possibile rintracciare una copia delle Indicazioni di informazione e comunicazione dell’indirizzo citato su uno dei siti scolastici (di cui non daremo nome per non cominciare una caccia alle streghe a causa degli af che non comprendono il significato del messaggio che comunque è espresso molto male).
Ma solo una copia, perché al momento la pagina di altri istituti, per chi cerca di ottenere copia del provvedimento, riporta un sobrio
La pagina richiesta “/system/files/circolari/2020/2019-2020-indicazioni-di-informazione-e-comunicazione-famiglie-e-personale.pdf” non è stata trovata.
Ammettiamo pure che, nelle convulse fasi precedente l’inaugurazione del primo anno scolastico iniziato nell’era della pandemia, come si dice in questi casi, qualcuno sia andato nel pallone. Succede, capita.
E mettiamo il caso che delle indicazioni, che ricordiamo non sono di provenienza ministeriale ma governativa, ma solo l’opera di un’amministrazione scolastica preoccupata venga redatta in fretta e furia.
Portare a spasso un ragazzino potenzialmente infetto e mandarlo in giro a contagiare altre persone è, indubbiamente, una cosa poco arguta. Se non direttamente una potenziale configurazione del reato di epidemia colposa.
Il modo di evitare questo reato però un esperto probabilmente l’avrebbe modulato meglio, ad esempio ricordando che lo scopo della scuola (e lo scopo probabilmente sotteso alle parole redatte rapidamente) non è sostituirsi alle autorità competenti, ma ricordare un semplice e lapalissiano dato di fatto.
La rimozione del provvedimento non diviene quindi una “dichiarazione di colpa”, ma il probabile prologo ad una formulazione puntuale e non allarmistica di un elementare principio di cautela.
Una nuova versione, e si spera definitiva, del testo, si richiama al protocollo che abbiamo citato in precedenza.
Suggerendo quindi ai genitori di contattare le autorità sanitarie senza perdere troppo tempo.
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