Siamo ormai abituati a vedere nazismo ed antisemitismo sdoganati come “valori” ad ogni livello della società. Abbiamo visto professori di liceo inneggiare a “Zio Benito” e minacciare di bocciatura studenti, abbiamo recentemente assistito ad una sorta di società segreta (ma non troppo) con membri tatuati a svastiche ed aquile.
Ma non eravamo ancora preparati a vedere un professore di filosofia a Siena inneggiare, ripetutamente, ad Adolf Hitler.
E abbiamo riscontrato che non solo la notizia è vera, ma ci sono anche recidive.
Il post incriminato, una citazione di Adolf Hitler in cui gli ebrei vengono descritti come dei mostri
Appare realmente nel profilo assieme alla foto dello stesso col suo cane.
In una via di mezzo tra un meme da quarantenne con “canniolino” al seguito e l’affermazione da puro cringe di un ragazzino nazista che scartoccia il suo Hitler limited edition
E non solo: il tweet è in eccellente compagnia. Basta scorrere un po’ le pagine e scopriamo che per il professore non importa che i Protocolli dei Savi di Zion siano veri o falsi, perché è il concetto quello che conta (un po’, insomma, come dicono quelli che ci postano la foto di Samuel L. Jackson spacciato per un immigrato pieno di tesori pirata) e gioioisamente retwitta i “migliori” commenti alle sue condivisioni.
Ma, naturalmente, nell’età dell’Informazione è un po’ difficile passare inosservato quando tu stesso decidi di compiere l’equivalente di aprire la finestra e urlare al mondo contenuti deprecabili.
Ovviamente, se fermi un italiano di fede ebraica per la strada e gli urli che è un usuraio nasone, un mostro che ha distrutto il mondo e che Hitler aveva ragione e quello ti tira una sberla e ti trascina in caserma, non è mai colpa tua.
È colpa della tua vittima che non è stata “sportiva”, nevvero?
E la saga continua: interrogato dalla stampa il buon professore dichiara che
Posso solo dire che mi sono limitato ad esprimere un giudizio storico personale avvalendomi, al di fuori della mia attività didattica, del principio di libertà di pensiero che, come ben sa, è tutelato costituzionalmente
Concetto che, francamente, in una costituzione costruita per combattere il Nazifascismo ed i suoi mali, riteniamo alquanto opinabile.
Censurabile, a tutti gli effetti, deprecabile e insensato in tutti gli altri.
E infatti pare che l’Università di Siena non abbia accettato le giustificazioni offerte
“L’Ateneo che ho l’onore di rappresentare” – ha dichiarato il
Prof. Francesco Frati – “si è sempre caratterizzato per il forte impegno
anti-fascista e combatte con forza tesi revisioniste neonaziste ed ogni
forma discriminatoria nei confronti di qualsiasi popolo.
Le vergognose esternazioni del Prof. C. offendono la sensibilità
dell’intero Ateneo; ho già dato mandato agli uffici di attivare
provvedimenti adeguati alla gravità del caso”.
E, francamente, non vediamo altro esito per la vicenda.
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