Sì, puoi avere un Commodore 64 nuovo di pacca nel 2023. Ti costerà probabilmente di più dell’usato, intendo molto di più, e ti richiederà una certa manualità. Ma puoi comprare un Commodore 64 composto esclusivamente da parti reperibili online nel 21mo secolo e ancora in garanzia.
Questa pratica guida si rivolge ai nostalgici che non vogliono ricordare che ormai il computer più desiderato della loro infanzia ha superato i 40 anni (presentato nel 1982, raggiunse gli scaffali italiani a Maggio del 1983), a coloro che hanno un Commodore 64 da rattoppare e non vogliono gettarsi in mano ai bagarini dell’usato, oppure agli hobbisti che vogliono cimentarsi nell’impresa di vedere un ammasso di scatole, chip e cavi diventare un computer del tutto funzionante.
Seguiremo una delle “Retro Ricette” della cucina di Perifractic, aka Christian Simpson, scrittore di Sci-Fi, attore famoso per una serie di ruoli minori in tutta la saga di Star Wars dai prequel in poi, concedendoci ogni tanto qualche variazione.
Ogni computer comincia da una mainboard, e i Commodore 64 di certo non fanno eccezione. Nella storia “originale” del Commodore 64 ci sono state almeno due revisioni principali della mainboard, con differenze nel processo produttivo e nell’uso dei chip custom (le “longboard” del modello originale, le mainboard originali, usavano più chip, le shortboard del modello “C” meno ma “consolidati” e un nuovo processo produttivo che consumava meno energia e creava meno calore), più un certo numero di sottovarianti.
La longboard ad esempio oltre che in una serie di varianti minori, tra cui la “KU” dei “Silver Label”, gli ormai rarissimi (e alquanto temperamentali, all’epoca ritenuti difettosi) primi esemplari di serie è esistita in una variante “scomposta” in più pezzi collegati tramite connettori usata nell’SX64, uno dei primi “Portabili a colori” della storia (un “cassone” con un piccolo monitor CRT, niente batteria ma una tastiera agganciata ad un coperchio).
La shortboard è esistita anche in una “non variante” creata apposta per il 64GS, il tentativo fallito di competere con le console SEGA e Nintendo creando un Commodore 64C privo di tastiera e connettori con un KERNEL modificato e le cartucce inseribili dall’alto.
Volendo creare il tuo Commodore 64 da zero, quindi senza cannibalizzare una mainboard originale hai ora più scelte di quante ritieni.
Le “SixtyClone”, riproduzioni perfette delle mainboard originali, ogni versione e “sotto-versione” per un tariffario di 35$ circa, escluse spese di spedizione, condensatori e il necessario (che sul sito troverai in vendita in pratici pacchetti).
Oppure “EVO64”, versione pluriaccessoriata (il che si riflette anche nel prezzo, dai 280 dollari in su), con diverse migliorie rispetto al passato come il supporto nativo per il doppio SID (il premiato chip audio parte del Commodore, vedremo), parte degli integrati richiesti (gli SMD, a saldatura di superficie) già montati, un preamplificatore opzionale e diverse migliorie audio-video che preservano la piena retrocompatibilità con l’originale.
Ma anche “C64 Reloaded MK2”, che per 210 euro circa, dall’Europa, ti consente di avere una mainboard già pronta, tranne per l’aggiunta di un numero ancora più ristretto di chip peculiari Commodore (anche se come rivedremo, ora esistono ricreati).
Oppure “Ultimate64”, creazione anche questa made in EU che per un prezzo simile alla Reloaded presenta una soluzione non solo del tutto completa, ma comprendente un emulatore floppy funzionante.
I puristi potrebbero storcere un po’ il naso: Ultimate64 ricrea tutte le componenti di un Commodore 64 storico mediante FPGA, togliendoti il fascino di “creare un Commodore 64” da zero (ma avendo una sua ricreazione perfetta via FPGA, nell’uso quotidiano dal vero se non per delle porte USB integrate a cui affidare le immagini disco e floppy). Puoi comunque fornirgli uno o due SID originali per inseguire il suono dell’epoca e l’emulazione dei floppy d’epoca è munita di un “clicker” che imita i rumori di sferragliamento tipici di un lettore floppy dei tempi ogni volta che viene aperta una sua immagine da pendrive (caratteristica questa che le altre ricreazioni che abbiamo visto non hanno).
Come abbiamo anticipato sulla mainboard, un Commodore 64 è composto in buona parte da chip custom che hanno smesso di essere prodotti dopo il fallimento della Commodore stessa.
Il SID ad esempio, un iconico e irripetibile chip audio con tre voci e quattro fonti d’onda, filtri analogici, e del quale persino i difetti divennero pregi (giocando coi filtri e col “rumore bianco” si poteva ottenere specialmente nelle prime revisioni una sintesi vocale superlativa per l’epoca).
Che ovviamente non puoi comprare nuovo, ma puoi comprare ricreato nelle vesti di FPGASID, ARMSID, BackSID o, per un prezzo di molto inferiore, soluzioni più “umili” come SwinSID Nano (quest’ultima mancante del supporto per i mouse e i Paddle, che nel Commodore 64 erano gestiti dal SID stesso).
Specialmente per i primi due il suono ricreato è pari all’originale nella maggior parte delle applicazioni: neppure il più “orecchio fino” degli audiofili potrebbe riconoscere la differenza, salvo in alcuni peculiari giochi che per alcuni esempi di sintesi vocale si aspettano l’originale. Ma non è detto che, essendo i chip citati aggiornabili (e i primi due ancora in corso), in futuro non arrivi una versione compatibile non al 99,9%, ma al 100%.
Il SID originale esisteva in due versioni: una per le “shortboard”, con alcuni di quegli iconici difettucci risolti (modello 8580), ed una per le longboard, la “prima arrivata”, nota per un suono meno “pulito” ma più iconico per i fan di quei “difettucci” (modello 6581).
I 6581 ebbero varie generazioni, ognuna con un suono leggermente diverso, mentre gli 8580 tendono ad una maggiore consistenza. Dell’8580 esiste anche una “variante commerciale”, il 6582, funzionalmente identico ma con un numero di codice diverso probabilmente perché venduto a soggetti terzi e non usato nelle linee produttive Commodore.
Tutte le copie moderne emulano entrambi i modelli, il 6581 e l’8580. Alcune, come SwinSID, con dei ponticelli da spostare, altre, come ARMSID e BackSID, con un apposito programma che consente di tarare la somiglianza anche a “orecchio”.
Altro chip tipico è il PLA (“Programmable Logic Array”), chip esistente in due versioni, una per le “shortboard” nota per essere resistente e solida, e un’altra sulle “Longboard” nota per essere invece alquanto fragile.
La fragilità del PLA originale ha fatto in modo che al momento esistano più PLA ricreati che stelle nel cielo.
Davvero, c’è solo l’imbarazzo della scelta, e c’era già un elenco di PLA corposo nel 2016, cui aggiungere il GAL-PLA, un progetto opensource per programmarsi da soli la propria logica programmabile usando due chip GAL e il J-PLA, di prossima uscita.
CIA ovviamente non sta per l’agenzia di intelligence americana, ma per i controller I/O, input/output. Se la tastiera non funziona, se il lettore floppy non va, se il joystick va male, dipende tutto dai CIA usurati.
Cattive notizie: fino a qualche mese fa i CIA erano i due chip (il Commodore 64 ne usa due) che non potevi ottenere in altro modo se non cannibalizzando altri Commodore o i lettori floppy.
Buone notizie: da poco sono disponibili i J-CIA, o meglio lo saranno.
È possibile manifestare il proprio interesse per repliche perfette dei CIA, dallo stesso maker che propone copie del processore 6502 e del chip video VIC-II.
In questo caso non ci sono altre scelte, vanno aspettati i J-CIA.
Vi stupirà sapere che processori a 8 bit ancora vengono prodotti, e potete ancora comprare il 6502 da WDC.
Il 6510 del Commodore 64 è una variante del 6502 con piedini di segnale addizionali per controllare alcune funzioni richieste dal computer: con un prezzo variabile dai 15 dollari ai 35 potete “reintrodurre” quei piedini con un adattatore contenente la logica mancante.
Oppure comprare una J-CPU dagli autori del J-CIA, se dovete fare tutto ex novo, non vale la pena fare gli schizzinosi.
Altro iconico chip irrimpiazzabile fino a poco tempo fa era il chip video, il VIC-II, cuore pulsante di tutto il Commodore 64, nato per videogiochi e applicazioni dove colore e grafica erano essenziali e diventato parte essenziale della macchina.
Oltre al J-VIC è ora possibile acquistare per una novantina di euro il VIC-II Kawari, aggiungendo una moderna uscita DVI e nuove funzionalità allo storico chip audio
Se avete bisogno delle RAM, i chip che sommati compongono i 64Kb che per l’epoca erano un mondo sono ancora in vendita. Oppure potete prendere un rimpiazzo in SRAM, il “Saruman”, per 20 Euro.
Aggiungerete anche un circuitino, TOLB, che rimpiazzerà il clock con tanto di quarzo per circa quattordici euro.
La parte più costosa è una tastiera: potreste dover cannibalizzare un Commodore 64 o un VIC20, ma siccome stiamo parlando di fare un Commodore 64 da zero l’unica opzione è la “Mechboard 64”: una tastiera meccanica con switch Cherry come quelli che usereste su una tastiera meccanica moderna di pregio venduta per circa 380 dollari, cui aggiungere una quarantina di dollari per dei tasti nuovi, ovviamente col logo Commodore sostituito da un 64 stilizzato per motivi di copyright.
Non escludiamo che col fai da te, essendo Mechboard un prodotto OpenSource, si possa risparmiare: data la qualità delle parti richieste lo troviamo poco probabile, quantomeno con un buon risultato.
Viti, qualche integrato minore, led di accensione e interruttori (per le mainboard che non li comprendono) possono essere comprati nuovi da Retroleum, nel Regno Unito.
I Commodore 64 esistono in due varianti fondamentali che abbiamo citato: il Commodore 64 “Biscottone”, il modello originale a forma di cassetta del pane e di colore bruno e il Commodore 64C, bianco e piatto come un Amiga.
Carrozzerie in stile C possono essere comprate da iComp per 60 Euro e sono anche disponibili in diversi colori non originariamente ottenibili.
Il che comporta che alla fine il vostro Commodore 64 “nuovo di fabbrica” avrà l’aspetto dei Commodore “ultimo modello”, dato che iComp ha ancora accesso agli stampi originali dell’epoca ma gli stampi del “biscottone” sono andati perduti nel tempo.
Anche questo non è più vero: sempre Perifractic ha recentemente presentato i modelli 3D per stampare un case in stile “biscottone” con una comune stampante 3D o, per un lavoro professionale, subappaltando il lavoro ad altri enti professionali per una stampa in resina.
Anche qui i prezzi salgono a seconda del materiale usato: dalle poche decine di euro di una stampa 3D sotto casa, alla somma dai 90 dollari ai 400 (per la resina trasparente) di una stampa professionale.
Cui aggiungere una decina di euro per i loghi adesivi da apporre al case stesso, prodotti da Marco “Badgeman” Van De Meulenohof.
Al pari di un computer moderno, e di molti computer d’epoca, il Commodore 64 aveva bisogno di diversi tipi di tensione per funzionare. Per essere precisi, 5V in corrente continua e 9V in corrente alternata.
Alimentatore esterno data la mole del dispositivo coinvolto.
Mentre scegliendo una Ultimate64 come base puoi cavartela con un alimentatore fornito da 12VDC, in tutti gli altri casi ti servirà un alimentatore pari a quelli d’epoca.
Buone notizie: potete facilmente reperirne anche in Europa per circa 40Euro.
E anche migliori degli originali, i quali, essendo costruiti al risparmio, avevano una peculiare modalità di rottura per cui il regolatore di tensione sulla 5V si rompeva ma il resto dell’alimentatore continuava a funzionare, scaricando sovratensioni sulla mainboard.
Come avete visto, i costi totali arrivano con facilità a pareggiare se non superare il costo di un computer nuovo.
Stiamo quindi parlando di una intrigante prova di concetto, ma ci sono soluzioni creative per abbattere un po’ i costi.
Potete ricreare la come abbiamo visto al momento più costosa carrozzeria “stile originale” con una sua riproduzione fatta di LEGO, oppure rimpiazzare i tasti con blocchetti di LEGO (gli assicelli della tastiera originale Commodore erano sia simili a quelli delle tastiere meccaniche attuali che a quelli degli assicelli LEGO Technics, consentendo strani adattamenti e ibridazioni).
Troppo: siamo i primi a dirlo. Al momento costruire un Commodore 64 di sole parti originali costa come abbiamo visto un bel po’.
Specialmente con soluzioni come le SixtyClone che ti richiedono di ricomprare tutto da zero o EVO64 che ti richiedono di ricomprare tutto da zero e di pagare una certa somma per una grande qualità.
Aggiungiamo che mentre Ultimate64 contiene, come visto, un emulatore perfetto delle principali memorie di massa (Datassette, Lettore Floppy 1541/1571/1581, emulazione cartuccia), le altre soluzioni richiedono il reperimento delle stesse, cosa di cui parleremo un’altra volta per non tediarvi. Sono prezzi da aggiungere.
Certo, chi ragiona per hobby non ragiona per logica: c’è chi spende enormi quantità di denaro per comprare automobili che non guiderà mai e collezionare cose che non userà mai.
Ma come le componenti di Andrew Martin, l’Uomo Bicentenario del romanzo di Asimov e di un film col compianto Robin Williams, possono funzionare nei due sensi.
Se puoi costruire un androide perfettamente indistinguibile da un umano, ogni suo organo o arto diventa una protesi da usare per un essere umano malato.
Se puoi costruire un Commodore 64 perfettamente funzionante e indistinguibile da un Commodore 64, hai tutte le parti per riparare un Commodore 64 rotto.
Al momento l’unica parte che manca all’appello è il PLA “consolidato” del Commodore 64C, del quale non si sente il bisogno dicevamo per la sua grande robustezza, ma in futuro non sarà impossibile partire dai PLA rimpiazzo esistenti per rimpiazzare il modello “giovane”.
Diventa una questione di preservazione: mantenere almeno un esemplare funzionante per il futuro consentirà ai nostri nipoti di mantenere intatta una pagina di storia.
E, in ogni caso, sia col vostro Commodore 64 finalmente riparato che rifatto da zero, potrete venire a farci visita. Bufale.net è anche disponibile su BBS, ospitati da Retrocampus
Sulla BBS gestita da Francesco Sblendorio, così gentile da lasciarci spazio, siamo tra le notizie Italiane, Canale 1-J.
Immagine di Copertina da RetroRecipes, Can we 3D Print NEW Cases for 1982’s Commodore 64 Breadbin?
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