Sì, in Italia si può morire di bufale: maestra percossa da trenta mamme per una fake news
Sì, in Italia si può morire di fake news, e solo per un miracolo in questo caso l’esito della storia, una maestra percossa da trenta mamme per una fake news è finito con un trauma cranico e non per un funerale.
Avevamo già visto persone con la vita rovinata da un post: un barista di Parma accusato di pedofilia sui Social che si è visto bruciare e vandalizzare automobile ed esercizio, un uomo in India inseguito da una torma di picchiatori e brutalmente assassinato a mani nude dalla folla, con tanto di video diffuso sui social degli assassini compiaciuti nel riprendere la loro vittima intenta implorare.
Credevate che simili scene non le avremmo più viste, ma noi non ci abbiamo mai creduto. Lo sapevamo. Sapevamo benissimo, e per esperienza, che ogni “ma io condivido perché io stimo chi mi ha mandato il messaggio”, “voi debbbbunkerzzzz (sic!) non capite l’emozione, non siete mamme, è il concetto che conta” ci avvicinavano al ripetersi di questa tragedia.
È il concetto che conta, ed il concetto è che una maestra di sostegno è stata bullizzarta, insultata e percossa così tanto da finire in ospedale per colpa di una fake news.
Una che forse avete condiviso anche voi.
Sì, in Italia si può morire di bufale: maestra percossa da trenta mamme per una fake news
Il testo di cui parliamo è noto sui social come “l’urlo di una madre”. Il solito messaggetto plurivirale (reperibile anche qui, qui e qui), firmato “dalle mamme di Scanzano”, descritto come forma di shock emotivo.
Un appello patetico nel senso del pathos, scritto a imitazione di pagine letterarie tipo “Libro Cuore” che echeggia l’immagine della “mamma coraggio” sola contro tutti, la “bufala del giustiziere” che invita il lettore a farsi giustizia da sé perché “i poteri forti” non lo faranno.
Un testo così scritto:
“Quanto forte può essere l’urlo di una madre ? Molti penseranno che è potentissimo, invece no ,non lo è! L’urlo di una madre che porta i suoi figli in una scuola che ormai cade a pezzi,un relitto alla deriva , nessuno lo ha sentito , nemmeno chi è capo di questa scuola . E nemmeno ora , l’urlo di quelle madri è stato sentito , quando hanno dovuto scoprire che una docente ha abusato di quei figli che loro mandano in quell’istituto,pensando che lì fossero al sicuro con i loro insegnanti. Ma sono convinta che l’urlo di 100 e passa mamme alle quali io sto dando voce lo sentiranno altre mille mamme che si uniranno al nostro coro ! SOLIDARIETÀ , questo sarà l’urlo delle mamme di Scanzano che sono stanche , e vi assicuro che sentirete rimbombare per molto tempo ! Perché ora diciamo basta !! BASTA !!!”
Vi abbiamo sempre messo in guardia dagli appelli che invitano a farsi “giustizia da soli”. E il “presunto appello” ha portato a risultati.
Trenta madri sono entrate in scuola per percuotere un’insegnante di sostegno: lei in ospedale per trauma cranico, il padre di lei col polso fratturato per aver cercato di difendere la figlia.
E dal trauma cranico alla morte, specie in un’aggressione così massiccia, è un soffio che poteva rendere questa turpe farsa una tragedia.
Gli inquirenti non escludono un collegamento tra quel post e l’aggressione, anche perché nel mezzo ci sono stati tentativi di hacking al profilo della maestra, i soli zelanti atti da “detective della domenica” fomentati dai social e, accertata l’identità della stessa, una serie di minacce di morte che si sono concretate nell’aggressione.
Quello che manca? Denunce e riscontri delle autorità: gli inquirenti parlano di uno scolaro rimproverato per aver fumato in bagno, e questo è quanto.
Qualcuno ha prove del contrario? Le porti alle autorità: farsi giustizia da soli è prova di nulla se non di violenza.
“Nessuno tocchi gli insegnanti, la scuola è un luogo sacro, dove si costruisce la democrazia e la libertà”. È stato il commento del coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Vito Carlo Castellana. “Quanto accaduto è un atto che sa di barbarie e non deve restare impunito. Quale modello di società vogliamo tramandare ai ragazzi di questa scuola? Dobbiamo garantire prioritariamente la sicurezza di docenti e studenti. Esprimo la mia vicinanza all’insegnante aggredita oltre che a tutto il corpo docente e al dirigente dell’istituto”, ha aggiunto Castellana ai microfoni di Today Catania.
È stata disposta un’ispezione: e voi potete disporre qualcos’altro.
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