Sì, il Papa ha benedetto una Lamborghini, ma per beneficenza. La segnalazione che ci è arrivata potrebbe essere incardinata all’interno di una polemica di cui accenneremmo brevemente.
Le polemiche lasciano il tempo che trovano e non riguardano certo il nostro oggetto. Ci limiteremo al fatto: sì, la Lamborghini è stata benedetta, e vi diremo come e perchè.
La notizia è del 2017: Lamborghini ha inviato una macchina coi colori papali bianco e oro al Pontefice, il quale l’ha benedetta per metterla poi all’asta. Tra il valore intrinseco del veicolo e l’evento pubblico che vale come “autenticazione dell’autografo” e conferisce alla vettura il valore aggiunto dell’evento storico è stato possibile battere il veicolo per la nota casa d’aste Sothesby per il valore complessivo di euro 715mila.
Il denaro è stato così distribuito tra quattro associazioni per quattro progetti, di cui due insistenti nello stesso territorio.
1) La ricostruzione nella piana di Ninive, in Iraq, per mezzo della fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre: allo scopo di ricostruire case e luoghi di culto dei cristiani Iracheni distrutte dalla furia iconoclasta dell’ISIS
2) La Comunità Papa Giovanni XXIII (donne vittime della tratta e della prostituzione) nel decennale della morte di don Oreste Benzi e nel 50° anniversario (nel 2018) della fondazione della Comunità stessa, “Progetto Casa Papa Francesco”.
3) Due associazioni italiane che svolgono attività soprattutto in Africa: la Gicam del professor Marco Lanzetta (chirurgia della mano) e Amici del Centrafrica che da anni opera con progetti dedicati soprattutto a donne e bambini.
Cosa resa possibile dall’aumento del valore dato dalla firma e dalla pubblica autenticazione.
In una separata occasione l’anno dopo il Papa aveva ricevuto una delegazione di corridori di Formula E, benedicendoli e benedicendo un loro veicolo.
Il tutto questo, come letto nella didascalia, è stato riesumato oggi come contrapposizione ad un raccolto del Pontefice che confessa di aver sgridato una fedele che aveva esibito il suo cagnolino da benedire chiamandolo “il suo bambino” definendo la cosa una “scena del presente” e ricordando alla fedele i bambini che hanno fame.
Cosa percepita da molte associazioni e animalisti come un attacco all’amore per gli animali.
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