Editoriale

Si fa presto a dire “Lo studio medico che distrugge il mainstream”: il Dottor Elm, gli Zubat, la “rivista predatoria”

Il concetto di “rivista predatoria” non è noto a tutti. Il concetti fondamentali del Dottor Oak, lo stralunato “Professor Pokémon” che nei primi giochi Pokémon ed i loro reboot/rifacimenti fornisce i primi Pokémon al bimbo protagonista e degli Zubat, gli onnipresenti Pokémon pipistrello che vivono nelle caverne lo sono. Come anche del Dottor Elm, il suo collega della città vicina di Johto, apparsa nei giochi successivi.

Non avremmo mai pensato di doverli incrociare, ma qualcuno per spiegare il concetto di rivista predatoria l’ha fatto.

Ottenendo la pubblicazione di uno studio del Professor Elm e della sua fidata assistente, l’Infermiera Joy, che dimostra come il COVID19 sia portato dagli Zubat dello stato di Kalos. L’ambientazione di Pokémon X e Y, ispirato alla Francia.

Si fa presto a dire “Lo studio medico che distrugge il mainstream”: il Dottor Elm, gli Zubat, la “rivista predatoria”

Studio, peraltro, approvato dal Dottor House della famosa serie televisiva e da Matan Shelomi.

Il secondo nome non vi dirà niente, ma è il più importante. Matan Shelomi è un entomologo impiegato verso l’Università di Taiwan che ha speso la vita a spiegare il concetto di “Rivista Predatoria”, a volte con dimostrazioni sul campo.

L’impact factor, la peer review e la rivista predatoria

Fatto noto a chiunque abbia aperto anche solo un sussidiario nella sua vita, è che il metodo scientifico si basa su Impact Factor e Peer Review.

La Peer Review o Revisione  Paritaria è l’incarnazione fisica della spiegazione per cui una ricerca deve essere accessibile e riproducibile da altri scienziati e ricercatori.

Il mezzo è la pubblicazione: io, scienziato, pubblico una mia ricerca in modo che altri scienziati possano ripeterla, esaminarla, trovarvi eventualmente errori, correggerla, ripubblicarla e così via.

Una sorta di “Wikipedia prima di Wikipedia”, ma assai più seria.

Avrete intuito il punto di debolezza di questa metodologia. Punto debolezza presente ove non fosse corretto.

Chi di voi bazzica Wikipedia sa benissimo che può capitare che lo stesso ragazzino che ha scritto la lista di episodi di Battlestar Galactica si improvvisi esperto di scienze, medicina o altre discipline non meno nobili.

Haaretz ha denunciato la presenza di una falsa voce sull’Olocausto, creata per gettare discredito su tale oscura pagina della storia rimasta online per oltre quindici anni.

Il rimedio trovato dalle comunità scientifiche è l’Impact Factor: si assegna un valore, un indice della serietà e della bontà delle pubblicazioni parametrato sul numero di citazioni di altre riviste, in modo che riviste virtuose “garantiscano” per altre riviste virtuose.

Non è un sistema perfetto, certo, ma niente al mondo lo è. Quindi dobbiamo accontentarci di qualcosa che vi si avvicini, e l’Impact Factor lo fa.

La pagina di divulgazione Zoosparkle però ci parla del problema delle riviste predatorie. Una rivista predatoria è, sostanzialmente, quella che pubblica non già in base ad una analisi della bontà del tuo scritto, ma semplicemente perché hai inviato il manoscritto e richiesto la pubblicazione, ove richiesto pagando la mercede indicata.

E nulla altro

Fu così che è stato pubblicato su una rivista scientifica uno studio del Dottor Elm.

Naturalmente scritto dal citato dottor Matan Shelomi, ma attribuito a diversi personaggi di fantasia (il Dottor Elm, l’Infermiera Joy, il Dottor House) per rendere palese l’assenza di ogni controllo reale tra chi ha pubblicato e chi ha ripubblicato la ricerca.

Pandemia di COVID19 ad Altoriopoli legata al consumo degli Zubat

Cliccando su questa riga troverete il testo completo della ricerca.

Ricerca che cita tra le sue fonti il testo seminale “Preparatevi a passare dei guai, dei guai molto grossi” scritto dai ricercatori indipendenti Jessie e James. Loro.

Ma anche una vera ricerca intitolata “Pubblicazioni Predatorie, peer review disputata e conferenze fraudolente”, tanto per inquadrare l’obiettivo della proposizione.

Nonché un’ulteriore ricerca di Shelomi, un tentativo estremo di far riconsiderare a chi ha pubblicato il testo l’operazione, chiamato “Artropodi nei videogiochi” ed una serie di testi scritti dall’Infermiera Joy, personaggio del mondo Pokemon.

Sostanzialmente la ricerca strapperà una risata ai giocatori storici della saga.

L’intero testo è sostanzialmente un gag basata sulla lamentela di molti giocatori sul fatto che lo spawn, la comparsa di Zubat in una località del gioco chiamata “Tana degli Zubat” sia così elevata da rendere impossibile attraversarla senza comprare un particolare oggetto che ne limita l’apparizione, chiamato “Repellente”. E che contiene il bizzarro aneddoto di un anziano che ha contratto COVID19 diffondendolo tra gli abitanti di Altoripoli dopo aver mangiato uno Zubat à la ortolan.

Il tutto farcito da una descrizione del misterioso animale direttamente tratta dal Pokedex, l’enciclopedia Pokemon del gioco, arricchita da un nuovo nome scientifico che fa riferimento alle sue caratteristiche, ribattezzando l’animale “Vespertilio caeruleus sineoculus”. Termine traducibile con “Pipistrello serotino azzurro anoftalmico (senza occhi)”, con riferimento al Pokédex che lo descrive come un animaletto cieco che usa l’ecolocazione per individuare le sue prede con precisione.

E una descrizione che inserisce tra il numero degli animali sospettati del salto antropico, oltre a Pangolini e Pipistrelli, anche i Kappa della mitologia Giapponese, i Sentret (un altro tipo di Pokemon) e il Pika, il roditore da cui è ispirato il noto Pikachu.

Cosa comporta l’esistenza delle riviste predatorie?

Comporta sostanzialmente che i blog di “Quello che il mainstream non vi dice, perché censurano gli scienziati veri e importanti!!!” non hanno automaticamente ragione.

Potrebbe darsi infatti che lo scienziato importante sia il Professor Elm, e i ricercatori citati siano Jessie e James.

E allora sì che sarebbero dei guai, dei guai molto grossi.

Ed è proprio così.

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