Si avvicina il caricabatterie unico USB-C di un altro passo e venduto a parte, ed è un lungo percorso. Un percorso molto, molto lungo, iniziato nel 2009.
All’epoca non si parlava di un obbligo legislativo, ma di un consorzio volontario tra quattro grandi fornitori dell’epoca (Apple, Samsung, Huawei e Nokia) per pervenire ad un unico formato di ricarica. Il mercato del cellulare dell’epoca era infatti molto diverso: i connettori totali si aggiravano sulla trentina, perlopiù non standard, talora ancora con dati e ricarica separati.
Quindi potevi avere diversi cellulari con diversi tipi di connettore: tutte le varianti possibili dei connettori “a barilotto”, più cavi a parte per lo scambio dati. Un nuovo cellulare, o un cellulare diverso comprato nello stesso periodo da un’altra ditta aveva un caricabatterie diverso e incompatibile.
Col tempo, l’arrivo degli Smartphone ha spinto l’evoluzione verso soluzioni combinate per la gestione di dati ed energia: nei restanti quattordici gli interpreti del mercato sono cambiati più volte e più volte ritornati in scena in un eterno balletto, l’arrivo dell’era degli Smartphone moderni è stato coincidente con l’uso di caricabatterie USB.
Dal microUSB si è arrivati al caricabatterie unico USB-C, sovente con un “mattoncino” con un cavo USB-A ed un USB-C dal lato cellulare, in modo da poter usare lo stesso cavo, staccato, per copiare agevolmente files da e verso il cellulare.
Evoluzione avvenuta per tutti i cellulari, tranne per gli iPhone, ancora legati al loro cavo Lightning, evoluzione parallela del formato Apple.
Il paradosso è evidente: puoi ora caricare ogni cellulare con ogni caricabatterie che hai. Se hai comprato un cellulare negli ultimi anni probabilmente hai già un caricabatterie più che adeguato a tutti i cellulari che potresti mai possedere.
Persino se hai un caricabatterie Apple puoi staccare il cavetto Lightning e comprare un buon cavo USB-C per usarlo.
Eppure siamo ancora invasi dai caricabatterie.
Nel 2021 già si decise di uniformare tutti i caricabatterie al nuovo standard de-Facto USB-C, e porre i passi per la scelta del caricabatterie come vendita opzionale e non obbligata.
Molti utenti hanno più di tre caricabatterie su due cellulari, ma sovente non riescono ad utilizzarli.
Tutto quello che basterebbe è un caricabatterie USB-C, preferibilmente un 18W per caricare velocemente tutti i propri devices o collegarlo ad un piattino di ricarica Wireless da 15W.
Eppure abbiamo ancora i cellulari Apple con un connettore proprietario e nuovi caricabatterie in ogni scatola.
Condannando quindi chi compra uno smartphone nuovo per tenersi al passo con la tecnologia a ricomprare all’infinito nuovi caricabatterie per abbandonare quelli precedenti, ancora funzionanti, al loro destino.
Passo che l’Europa proprio in questi giorni ha rimarcato di voler perseguire.
Alcuni attori del mercato coinvolti in quella embrionale decisione del 2009 già lo fanno: oggi puoi comprare un nuovo cellulare Nokia, la cui scatola ti infomerà della possibilità di comprare un nuovo caricabatterie o riutilizzare quello che avevi già e caricarlo con lo stesso caricabatterie del modello precedente.
O comprarne uno nuovo, ma solo se non lo hai già in casa.
In realtà il maggior ostacolo, quello relativo all’identità dei prodotti ed al fatto che gli utenti Apple sono parimenti abituati e detentori di cavi Lightning, è risolto dalla stessa tecnologia.
Apple da tempo ha munito i suoi dispositivi della ricarica Wireless, rendendo così il cavo Lightning sempre più superabile.
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