La storia di F., non vedente di Sesto San Giovanni, è comparsa per la prima volta sul gruppo Facebook (chiuso) “Sesto S.G. – Segnalazioni”. Lo stesso F. ha denunciato un episodio accaduto durante una Messa nella sua parrocchia con un post nel quale racconta l’accaduto.
Il contenuto del post è riportato anche dal Fatto Quotidiano:«Domenica mattina, mi reco, accompagnato da Pepe, il mio cane guida, presso la parrocchia come abitualmente faccio, in questa come nelle altre Chiese dove mi capita di recarmi. Mi fermo appena oltrepassato l’ingresso, per essere pronto a uscire nel caso Pepe dovesse disturbare la funzione, cosa che può capitare in ragione di vari eventi quali grande affollamento o presenza, non infrequente, di bambini che corrono qua e là inseguiti dai genitori […] Pepe, stretto tra le persone in coda e quelle di ritorno nell’affollato corridoio, si agita un po’ e abbaia, strettamente trattenuto vicino alle mie gambe dalla mano in presa sul suo collare. Di ritorno la signora, cui chiedo di riaccompagnarmi verso l’uscita, mi dice che il prevosto le ha espresso il desiderio di parlarmi».
Il racconto di F. continua esponendo ciò che è accaduto in seguito col parroco: «Il cane qua dentro non va per niente bene. Un conto se stesse tranquillo ma, se disturba la funzione non puoi portarlo dentro – avrebbe detto il sacerdote preoccupato anche per la presenza di anziani in chiesa – Chiese ce ne sono altre e troverò accoglienza altrove, ho risposto. E, allungando la mano per salutare, questa è rimasta nel vuoto».
La storia riportata da F. ha stimolato un acceso dibattito sul caso, e le redazioni de Il Giorno e Milano Today hanno contattato il sacerdote per conoscere la sua versione. Quest’ultimo ha ammesso e riconosciuto l’episodio, ma ha spiegato che seppur fosse preoccupato per la presenza di persone anziane, non ha mai chiesto al ragazzo di lasciare il cane fuori dalla chiesa. Il prete ha raccontato di avergli detto di non portarlo alla navata, e per aiutare F. gli ha proposto due alternative: la prima era quella di portargli l’Eucarestia, la seconda era quella di lasciare il cane in fondo alla chiesa insieme ad alcuni addetti, ma non fuori. A quel punto il ragazzo avrebbe rifiutato ogni negoziazione e si sarebbe allontanato infastidito. Al Giorno aggiunge: «Ho sempre concesso alle persone di essere accompagnate dai cani di piccola o media taglia. Ovviamente il cane di un non vedente ha dimensioni diverse, ma nessuno gli ha chiesto di lasciarlo fuori in piazza» e ancora: «Sono rammaricato di quanto accaduto. La mano non data subito? Non volevo liquidarlo, ma parlargli, per questo il saluto è stato rimandato» e conclude: «Il timore, durante la Comunione, era che la situazione potesse complicarsi per la presenza di altri animali, bambini e anziani. Tra la folla, i cori, è normale che un cane sia in condizione di stress e possa agitarsi. Volevamo solo evitare situazioni di disagio per tutti».
Parliamo di versioni a confronto, quindi, perché secondo F. il prete gli avrebbe chiesto di portare fuori il cane per evitare ulteriore disturbo alla funzione, mentre secondo il parroco non vi è stata alcuna richiesta di portare fuori l’animale, bensì si offrivano due alternative.
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