Secondo un sito doppelganger Zelensky ha comprato la macchina di Hitler
Secondo un sito doppelganger Zelensky ha comprato la macchina di Hitler: parliamo infatti degli svariati portali che fingono di essere testate occidentali, o imitano i loghi di testate occidentali già presenti, spargendo notizie assurde e propagandistiche.
Periodicamente siamo ancora subissati di “segnalazioni” da account troll usa e getta che in un inglese vistosamente creato con AI ci chiedono di esaminare notizie create ad arte nel triste tentativo di diffonderle, anche questo vedremo coerente col meccanismo doppelgalganger.
Partiamo però dalla fake news per capirlo.
Secondo un sito doppelganger Zelensky ha comprato la macchina di Hitler
La fake news parte dal solito canale Telegram filorusso che cita una testata, il “Seattle Tribune” che si autodichiara americana.
La presunta testata, ovviamente non registrata da alcuna parte, non esisteva prima di ottobre del 2024, ed è un sitarello malfatto, visibilmente amatoriale, creato con WordPress 6.2.2, il noto CMS per la creazione di contenuti online.
Probabilmente a causa delle note ristrettezze cui le sanzioni hanno posto i “doppelganger”, impedendo loro di comprare servizi addizionali da sistemi di IA e tool occidentali per mancanza di mezzi di pagamento affiliati al sistema Swift, la pagina si presenta col tema più basico possibile, difficoltà nel caricamento, una data di creazione recente e articoli retrodatati.
Cosa anche questa possibile con WordPress e altri CMS che consentono alla bisogna di retrodatare articoli già pubblicati.
Ma non dilunghiamoci oltre e passiamo al contenuto. Il contenuto è una bizzarra storiella, in parte composta con l’AI che descrive la malvagità di Hitler e la sua “fissazione” per le automobili, concludendo coi “giornalisti americani”, abbiamo visto immaginari che giurano di aver visto Zelensky aggirarsi sulla macchina di Hitler in un “quartiere di Seattle noto per essere casa di Bill Gates e Jeff Bezos”
Ovviamente solamente in una sitcom si potrebbe immaginare che Bezos e Gates siano vicini di casa, e Bezos, che ha sempre vissuto a Seattle, si è trasferito recentemente in una nuova magione mentre Bill Gates vive a Xanadu 2.0, una villa a Washington.
Ma creare nell’uditorio l’immagine di un “Quartiere Maligno” dove i decadenti Poteri Forti (e Bill Gates sappiamo è l’incubo dei complottisti) vivono nel lusso mentre i Russi vengono umiliati dalle sanzioni e affamati dall’Occidente ricco e nazista è parte della narrativa filorussa, in una sorta di complotto di Shroedinger che vuole l’Occidente ridotto alla miseria e sull’orlo di soccombere ad una “Grande Russia” e, alternativamente, una potenza orgogliosamente nazista e florida che usa tutto il suo potere per schiacciare, umiliare e affamare i poveri “figli di Russia” vendicando così la vittoria del Comunismo Bolscevico sul Nazismo instaurando un “nazismo mondiale” che riduca la gloriosa Russia ad una cenciosa Cenerentola internazionale.
Inoltre, il finto testimone che spergiura di aver visto Zelensky in un immaginario quartiere Occidentale frequentato dalla crema dei “Poteri Forti” coincide con la narrazione filorussa che vuole Zelensky non in Ucraina a coordinare lo sforzo bellico, ma imboscato all’estero contrapposto ad un Putin descritto con un sentimento di propaganda che tracima in una grottesca caricatura della propaganda sovietica d’antan.
Ma questo non è l’indizio più grande: l’indizio più grande è che la presunta “macchina di Hitler” non è la macchina di Hitler.
La foto della macchina è stata ottenuta manipolando lo sfondo e usando una automobile presa da un genericissimo articolo in lingua russa che descrive il modello stesso, la Mercedes-Benz W150 770.
La “macchina di Hitler” fu invece venduta nel 2018 all’asta, quindi ben prima dell’inizio della guerra in Ucraina, e fu venduta con la targa originale ancora applicata, mentre qui la targa è ammessa.
L’automobile è poi passata di mano in mano, ironicamente passando da un “anonimo magnate russo” fino all’attuale proprietario, l’Australiano Clive Palmer che nel 2022 prevedeva trasformarla in un pezzo da museo.
I paralleli con una storia che conosciamo
I più attenti avranno riconosciuto una storia di cui abbiamo parlato.
Quella di un sito doppelganger che, usando spezzoni recitati da una attrice di colore non identificata, ha assemblato un finto quotidiano locale e una assurda storia “made in Russia” secondo cui tredici anni fa la candidata presidenziale Kamala Harris avrebbe investito una tredicenne di colore in macchina lasciandola menomata a vita e fortemente invalida, e avrebbe “abusando del suo potere politico e quale procuratrice”, inviato degli sgherri al suo servizio a minacciare ripetutamente la madre di lei costringendola al silenzio finché “casualmente” la madre è morta di cause naturali poco dopo la candidatura di Kamala Harris spingendo la donna invalida a denunciare ai siti doppelganger la sua triste storia.
Anche in questo caso abbiamo gli stessi ingredienti: un quotidiano che non esiste, registrato in fretta e furia apposta per spargere notizie rilanciate dai canali Telegram doppelganger, registrato solo per un anno per una operazione di propaganda a gettar via che costruisce storie scaricando immagni da Internet e inventando il resto.
Lo scopo è ovviamente dare credibilità ai doppelganger e manipolare il consenso: sia quello interno della Russia, fornendo ai locali una costruzione del mondo esterno che non esiste, che il consenso esterno, cercando di interferire col processo democratico ed eccitare la fantasia delle “quinte colonne” e simpatizzanti.
Non è un caso che la stessa operazione Doppelganger avversi Kamala Harris e cerchi di “punire” Zelensky e Bill Gates.
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