Uno dei consigli della nonna è essere “il capobranco del vostro cane”. Specialmente le persone più avanti con gli anni, abituate al concetto dell'”animale da fattoria risorsa e non compagnia” vi daranno consigli spesso sbagliati per gestire un animale.
Il cane deve sempre mangiare per ultimo, dopo l’essere umano, anzi, bisogna togliergli la ciotola se mangia prima del “Pater Familias”. Il cane non può salire sui divani e suoi letti mai, sporca, deve capire che il letto è per il padrone.
Così facendo è il modo migliore per allevare un animale con gravi disturbi comportamentali.
Partiamo da una consapevolezza: il mito del “capobranco” è appunto un mito.
Il cane non è un animale selvatico nato in cattività, e neppure i suoi antenati erano legati ad un costrutto sociale tipicamente umano. Il branco di lupi, come abbiamo visto ai tempi della fake news dei “lupi di Campo Imperatore” non ha il capobranco “padrone assoluto delle femmine” e dominatore dei maschi “inferiori”, ma una struttura sociale ricca e variegata basata su unità familiari cooperanti: del resto in natura il singolo sopravvive ben poco se non si riunisce ad altri.
Il cane è quindi il componente di una unità familiare dalla quale trae sicurezza e protezione.
Immaginate ora di essere in una famiglia alla “Padre Padrone” di Gavino Ledda dove il “Pater Familias” è un Abramo bilioso e violento che decide di esprimere la sua dominanza strappandovi letteralmente il cibo dalla tavola e dalla bocca ad ogni pasto per farvi capire che lui compra il cibo, siete alla sua mercé, lui decide se mangiate o digiunate finché sarete sotto il suo tetto.
Nella migliore delle ipotesi andrete via abbandonandolo al proprio destino: nella peggiore sarete fortemente tentati, vedendo la sua mano che si avvicina per strapparvi il cibo, di inchiodargliela con forza al tavolo con un coltellaccio affilato ben piantato tra mano e legno.
Il cane, bontà sua, non ha capacità dialettiche né di ragionamento complesso. Il cane non vi può dire di sentirsi maltrattato e non più al sicuro dalla persona che vede come centro della sua sicurezza. Il cane non può fare fagotto e andar via.
Il cane quindi diventerà aggressivo, cercando di difendere il cibo fino ad azzannarvi esattamente come la vittima di un “Padre Padrone” violento e bilioso che gli tolga il cibo di bocca per esprimere “dominanza” potrebbe essere tentato, in un clima familiare malsano, di rispondere alla violenza con la violenza.
Parimenti non ha alcun senso definire il divano “cosa solo per il capobranco”: il cane è un animale branco, non da “sottomissione”. Il cane prova piacere e si sente al sicuro passando il più tempo possibile al fianco dei suoi amici umani, anche cercando il contatto fisico.
Diverso è ovviamente il caso in cui il cane insista per occupare gli spazi comuni: specie se di grande taglia. In questo caso si potrà educare il cane, col rinforzo positivo e mai con la violenza, a rispettare il fatto che ognuno deve avere un proprio spazio.
Voi non andreste mai a svegliarlo quando è nella sua cuccia, il cane non dovrebbe svegliare voi nella vostra di cuccia.
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