“Se non hanno più pane, che mangino brioche”. Questa frase carica di cinismo viene attribuita, da tempo immemore, a Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, ultima regina dell’ancién regime nonché moglie di Luigi XVI. Sulla sua figura si scrive ancora di tutto, ad esempio la si considera una delle cause che portarono alla Rivoluzione Francese.
Per le sue ostentazioni e la sua passione per gli oggetti preziosi e lo sfarzo, infatti, le fu attribuito l’appellativo di “Madame Deficit“, parole presumibilmente pronunciate da una donna povera mentre Maria Antonietta si recava al teatro dell’Opera di Parigi.
L’insofferenza della popolazione, quindi, non riguardava le scelte politiche di Luigi XVI, bensì la sua consorte già “colpevole” di essere straniera (Maria Antonietta era nata a Vienna, in Austria) e per questo oggetto di dicerie che si rincorrevano alla velocità della luce. Nei secoli, a Maria Antonietta fu attribuita l’iconica frase: “Se non hanno più pane, che mangino brioche“.
Maria Antonietta avrebbe pronunciato questa frase quando il popolo francese si presentò ai cancelli di Versailles per protestare contro le condizioni di vita precarie. Una serva le avrebbe detto: “Maestà, il popolo dice che non ha più pane”, quindi Maria Antonietta avrebbe risposto: “Se non hanno più pane, che mangino brioche”.
La storica Caroline Weber, piuttosto, sostiene che in realtà il popolo francese attribuiva questa frase a tutte le consorti straniere dei re per screditarle. Soprattutto, di questa frase attribuita a Maria Antonietta non esiste traccia scritta. Negli anni gli storici hanno tentato di ricostruire l’origine di tale attribuzione.
Si arriva quindi al filosofo Jean-Jacques Rousseau e al Libro VI delle sue Confessioni. In un brano, Rousseau scrisse:
Un beau monsieur l’épée au côté aller chez un boulanger acheter un morceau de pain, cela se pouvait-il ? Enfin je me rappelai le pis-aller d’une grande princesse à qui l’on disait que les paysans n’avaient pas de pain, et qui répondit : Qu’ils mangent de la brioche. J’achetai de la brioche.
Un bel signore con una spada al fianco che va da un fornaio a comprare un pezzo di pane, può andare? Alla fine mi ricordai del ripiego di una grande principessa a cui era stato detto che i contadini non avevano pane e che rispose: “Lascia che mangino brioche“. Comprai delle brioche.
Va detto che Rousseau scrisse queste Confessioni nel 1741 e in questo brano raccontava la sua visita presso Madame de Mably. In poche parole, il filosofo considerava poco consono entrare in una panetteria in abiti eleganti, quindi mangiò delle brioche ricordandosi di un vecchio aneddoto. La “grande principessa” cui faceva riferimento sarebbe stata Maria Teresa D’Austria (qui la ricostruzione di un giornalista), ma anche in questo caso non si hanno riscontri.
Se restiamo sulla cronologia dei fatti notiamo un’importante incongruenza: Rousseau scrisse quel brano nel 1741, Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena nacque nel 1755. Secondo la storica Antonia Fraser, la frase incriminata sarebbe stata attribuita anche a Maria Teresa d’Austria infanta di Spagna, moglie del “Re Sole” Luigi XIV, ma anche in questo caso non si hanno riscontri.
Infine, la Fraser sostiene che la prima attribuzione di questa frase a Maria Antonietta fu postuma e si trova nel volume di Alphonse Karr Les Guêpes pubblicato nel 1843, 50 anni dopo la morte della regina che fu giustiziata il 16 ottobre 1793.
Ci sarebbe anche un’attribuzione precedente alla pubblicazione delle Confessioni di Rousseau. Parliamo del marchese Louis-Antoine Caraccioli, che nelle sue Lettres récréatives et morales sur les moeurs du temps attribuì a una “Grande-Duchesse de Toscane” una frase simile, dove al posto delle “brioche” si parlava di “croûte de pâté”, ovvero di pasticcio di carne.
Maria Antonietta non ha mai pronunciato la frase: “Se non hanno più pane, che mangino brioche”. Più fonti sostengono che un primo riscontro sia precedente alla nascita della consorte di Luigi XVI e arrivi dalle Confessioni di Jean-Jacques Rousseau o addirittura dal marchese Caraccioli.
La prima attribuzione a Maria Antonietta risale al 1843 da Alphonse Karr. In ogni caso, mentre Maria Antonietta era in vita non fu scritta alcuna traccia di questa frase.
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