Da anni sentiamo parlare dell’app YouPol, l’applicazione ufficiale della Polizia di Stato scaricabile gratuitamente per Android e iOS. Nella nostra esperienza abbiamo più volte notato che esiste ancora una certa utenza convinta che una segnalazione inviata all’app corrisponda all’intervento immediato delle forze dell’ordine. Scopriamo insieme come funziona.
Come precisa la Polizia di Stato sul sito ufficiale, YouPol nasce per segnalare episodi di spaccio, bullismo e violenza domestica, dunque principalmente in occasioni in cui chi invia la segnalazione si dimostra impossibilitato a recarsi personalmente al commissariato più vicino.
Chi invia la segnalazione può inviare foto, video e messaggi di testo e specificare il luogo in cui ha luogo l’attività che si intende portare all’attenzione degli agenti. Le segnalazioni sono georeferenziate, ma è possibile modificare il luogo in cui si svolge il presunto illecito. L’utente che comunica con gli agenti tramite YouPol può scegliere anche la forma anonima.
L’interfaccia grafica consente anche di telefonare al Numero Unico delle Emergenze o al 113.
Come sintetizzano gli esperti de La Legge Per Tutti, tutte le segnalazioni vengono ricevute dalla Questura competente sul territorio che decide se intervenire dopo aver verificato se sussistono gli estremi del reato. È importante sottolineare che la segnalazione su YouPol non corrisponde alla denuncia o alla querela, per le quali è necessario presentarsi di persona o delegare un rappresentante legale.
La segnalazione su YouPol equivale all’incirca all’esposto (qui la definizione) che non vincola le autorità all’intervento. Chi segnala, in poche parole, lancia un allarme che la Questura riceve e valuta.
Non è esatto. È del 3 dicembre la notizia di un blitz scattato a Milano a seguito di una segnalazione su YouPol. Gli agenti hanno sorpreso un uomo di 47 anni in possesso di 6 grammi di coca e 20 di marijuana.
Ancora, nel 2020 a Cagliari una donna è stata salvata dagli agenti dalle grinfie del compagno convivente che in quel momento la stava picchiando selvaggiamente.
L’app non nasce per sostituire la denuncia o la querela, né per combattere l’odio in rete – come molti hanno sostenuto – bensì per facilitare le segnalazioni dei casi di spaccio, bullismo e violenza domestica.
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