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Scopriamo il Reddito di Libertà, un contributo per le donne vittime di violenza

Il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si è parlato anche del Reddito di Libertà. Si tratta di un contributo economico destinato alle donne vittime di violenza senza figli o con figli minori a carico. Scopriamo i dettagli in questo articolo.

Cos’è il Reddito di Libertà?

Come suggerisce il nome, per Reddito di Libertà si intende quel contributo economico erogato dall’INPS a favore di tutte le donne vittime di violenza domestica, che per colpa dei loro aguzzini non hanno avuto la possibilità di realizzare una propria autonomia.

Il team de La Legge Per Tutti spiega:

Il problema è stato amplificato dalla pandemia da Covid, con il lockdown che per mesi ha tenuto le famiglie chiuse in casa, con il divieto di uscire se non per cause di estrema necessità. E quale necessità più estrema di uscire avranno sentito le vittime della violenza domestica.

Con questo provvedimento lo Stato interviene per accelerare il processo di conquista di un’autonomia abitativa da parte delle donne e alla garanzia di un accesso al percorso scolastico degli eventuali figli minori a carico.

Il Reddito di Libertà consiste nell’erogazione di 400 euro mensili per un massimo di 12 mensilità, entro il limite delle risorse disponibili da parte di Regioni o Province autonome.

Requisiti

Le donne vittime di violenza aventi diritto a richiedere il Reddito di Libertà devono essere:

  • Seguite dai centri di assistenza specializzati, riconosciuti da Regioni o Province autonome e dai servizi sociali;
  • Donne residenti in Italia;
  • Donne con cittadinanza italiana;
  • Donne con cittadinanza o di un Paese dell’Unione Europea;
  • Donne extracomunitarie ma in possesso di un regolare permesso di soggiorno;
  • Donne in status di rifugiate politiche;
  • Donne in status di protezione sussidiaria.

Come presentare la domanda

Tutte le informazioni che andremo a sintetizzare di seguito sono disponibili in forma integrale sul sito dell’INPS, nello specifico nel testo della circolare n. 166 dell’8 novembre 2021.

L’INPS, per facilitare la comunicazione e favorire i tempi della burocrazia, ha creato una rete con i Comuni. La donna che intende presentare domanda di accesso al Reddito di Libertà può recarsi presso il proprio Comune di residenza e compilare l’apposito modulo (scaricabile da questo indirizzoanche in maniera indiretta tramite il proprio legale rappresentante o un delegato. Chi presenta la domanda dovrà specificare in quale modalità desidera ricevere il contributo (su conto corrente, su carta prepagata o su libretto di risparmio).

Importante: il servizio sarà accessibile agli utenti in possesso di SPID di livello 2 o superiore (qui una guida dettagliata), o di Carta d’Identità Elettronica (CIE) o di Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

L’operatore inserirà la domanda all’interno del sistema INPS attraverso il portale dedicato. Il sistema effettuerà un’istruttoria automatizzata al termine della quale restituirà uno dei seguenti esiti:

  • “Accolta in pagamento”;
    “Non accolta per insufficienza di budget”;
    “Accolta in attesa di IBAN” (qualora la verifica sulla titolarità dia esito negativo).

Ciò che avete appena letto è una guida semplificata sul Reddito di Libertà. Per informazioni più dettagliate consultare i seguenti indirizzi:

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