In Sassonia si consuma una delle mille tragedie di un mondo che dimentica troppo in fretta. Negli stessi mesi in cui il fuoco dell’antisemitismo torna a bruciare in Europa, in cui i novax hanno scelto proprio una scuola “Anna Frank” in Italia come osceno palcoscenico per le loro intemperanze e in cui una donna ebrea è stata recentemente accoltellata a Lione con tanto di simbolo nazista a orgogliosa rivendicazione del gesto, una “Tagesmutter”, un asilo ha deciso che “Anna Frank” non va più bene come nome.
L’aveva deciso, va detto, qualche mese fa, ma attualmente la cosa è tornata in auge: perché la decisione va avanti, e perché siamo in quel punto della storia in cui anche un solo filo di paglia può spezzare la schiena del cammello e una sola goccia d’acqua può rompere le dighe e far tracimare dirompente il fiume dell’antisemitismo di maniera che spazzi via ogni ricordo della storia, e senza il ricordo della Shoah a farci scudo potremmo ripiombare tutti in quelle pagine scure.
Dicevamo però che genitori e dipendenti dell’isituto avrebbero richiesto per mesi a gran voce un nome meno divisivo. Potevano sforzarsi: “Anna Frank” è un nome nobile e ricco di storia, “World Explorer” sembra il nome pacchianissimo di un parco giochi scadente o di uno dei giochi della “Cartuccia dei Gabbiani” o altre tarocchità da Nintendo pezzotto.
Eppure secondo la direttrice dell’asilo, la scelta di un nome così “pezzotto” avrebbe senso: “volevamo qualcosa senza retroscena politici”, dichiara la stessa, cercando un nome “a misura di bambino” e spiegando come la storia della ragazza sarebbe troppo difficile e complessa per i bambini, specialmente se piccoli e con un “background migratorio”.
Per carità, vivere in un paese democratico significa anche potersi porre dei problemi e raccogliere delle firme per barattare un nome ricco di storia con un nome che farebbe pensare ad una ipotetica versione di Dora l’Esploratrice fatta dalla Dingo Pictures di “Dinosaur Adventures” (pezzotto di “Alla ricerca della Valle Incantata”) e “Il Re Leone e suo Figlio” (ovvio pezzotto del “Re Leone” Disneyano) o dalla Asylum di “Atlantic Rim” e “Transmorphers”.
Democrazia è anche decidere una petizione per volta che tuo figlio non ha l’intelligenza necessaria per parlare di una ragazzina strappata troppo presto alla vita dalla crudeltà umana e decidere di mandarlo a pascolare in una Narnia del pensiero dal nome originale come il blister dei “Justice Friends” in cui trovi Superman assieme ad un Capitan America strabico, una Tartaruga Ninja a caso e Tarzan.
Ma significa anche cancellare un pezzo della storia di tutti, e democratico sarebbe anche leggere la lettera aperta del museo di Auschwitz.
Cosa ci sarebbe di così complicato nella storia di una ragazzina, ci chiediamo anche noi, che scopre il mondo dalla prigionia forzata di un rifugio che non l’ha salvata dalla morte? Cosa ci sarebbe di così “divisivo e controverso” (parole che vanno così di moda e sono così abusate) nella storia di una bambina che vuole ancora vedere il bene negli uomini quando è vittima del Male?
Sono domande da porsi, sperando di non risvegliarci in un mondo in cui qualcuno si senta così offeso dal nome di Anna Frank da desiderare un asilo “World Explorers”.
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