“Sangue novax contro sangue vax”, ma l'”accatastamento” non dimostra nulla
Ci segnalano i nostri contatti una lunga serie di condivisioni di “sangue novax contro sangue vax”, con foto di vetrini con strutture tonde o tubiformi
Ne abbiamo parlato sottoforma di meme in bacheca tempo fa: per la comunità novax si tratta ovviamente di “accatastamento sanguigno”, termine del tutto atecnico che dovrebbe essere collegato alla perdurante disinformazione sul vaccino che causa sicure e gravi alterazioni sanguigne e coaguli.
Teoria, come abbiamo visto, smentita dall’AVIS, dalla Croce Rossa Americana e persino dai tribunali. Teoria grottesco derivativo della controversia legata all’invero assai contenuto rischio di trombosi legato alle vaccinazioni con Astrazeneca in determinate fasce di età, coi benefici che comunque superano i rischi di gran lunga.
Bufale, disinformazioni e confusioni alle quali si è cercato di dare una veste credibile, con diapositive che mostrano il “sangue novax contro sangue vax”. E ovviamente, il trionfo dell’Accatastamento.
In realtà, come ci rivelano i colleghi di Facta, la soluzione è semplice.
“Sangue novax contro sangue vax”, ma l'”accatastamento” non dimostra nulla
Come ci ricordano i colleghi di Facta, nonché di Reuters, aggregati di globuli rossi discussi ed esibiti nei vari articoli, noti in medicina come “rouleaux” (dal termine francese che descrive una pila di monete) non sono un segno delle presunte anomalie descritte. Tampoco dell’accatastamento.
Possono (enfasi su possono) essere un segno di condizioni patologiche che aumentano le proteine del sangue come infiammazioni o mielomi, ma perlopiù si possono formare infatti in normali campioni di sangue quando vengono lasciati riposare per lungo tempo o nelle zone più spesse dello striscio di sangue.
Oltretutto le varie foto che compaiono nelle condivisioni sono disomogenee, prese da diverse fonti e l’equivalente di mostrare tagli di carne diversi scattati in diversi esercizi commerciali a diverse condizioni di conservazione per discettare sulla loro qualità.
Fattore denunciato da Reuters, che ha intervistato medici ed ematologici che riconoscono nella disomogeneità delle foto la chiara misura dell’assenza di metodo scientifico.
Un medico che avesse agito secondo metodo, avrebbe paragonato campioni consistenti, avrebbe identificato correttamente i rouleaux e non avrebbe cercato di collegarli alle trombosi.
Rischio peraltro che fa parte di una passata controversia, abbiamo già detto, legata ai soli preparati con adenovirus, ma non a Pfizer e Moderna.
Il fatto che si stia cercando di applicarla a Pfizer perché al momento nella campagna vaccinale in corso stiamo usando solamente i preparati delle ultime due ditte, è un ulteriore campanello di allarme.
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