San Carlo sotto attacco hacker, questa è la notizia che ci connette ai precedenti che interessavano la SIAE e la Regione Lazio. In questo caso, infatti, siamo di nuovo di fronte a un attacco ransomware (una vera e propria limitazione d’accesso che i pirati informatici eliminano solo dietro pagamento di un riscatto) del gruppo Conti, specializzato in questo genere di azioni. L’hackeraggio avrebbe avuto inizio venerdì 22 ottobre e questa mattina, martedì 26 ottobre, Conti avrebbe diffuso alcuni documenti trafugati per un totale di 53 gigabyte di materiale.
Repubblica scrive che l’azienda ha già inviato un comunicato per commentare la vicenda:
I nostri tecnici hanno riscontrato un’intrusione nei nostri sistemi informatici. Sono state immediatamente attivate tutte le procedure di sicurezza per isolare e contenere la minaccia. Al momento alcuni servizi informatici sono solo parzialmente funzionanti, ma l’operatività del gruppo è comunque garantita, dalla produzione, alla distribuzione, alla vendita dei nostri prodotti.
Inoltre, l’azienda “ha già provveduto ad informare le autorità competenti (Garante Privacy e Polizia Postale) e sta procedendo ad analizzare i dati che potrebbero essere stati danneggiati o trafugati, procedendo altresì a informare le persone che possono essere state interessate”. Il gruppo Conti ha rivendicato ieri l’azione di hackeraggio nel suo sito presente nel deep web.
L’agenzia Agi ha interpellato l’esperto di cybersecurity Marco Ramilli, che ha riferito che l’attacco hacker all’azienda San Carlo dimostra l’accanimento dei criminali nei confronti dell’Italia, e la San Carlo è un bersaglio perfetto in quanto impiega centinaia di lavoratori e vendite ingenti. Nonostante l’entità dei dati trafugati – tra cui identità dei dipendenti, fatturato e altri dati sensibili – l’azienda non ha ceduto al ricatto e ora la Procura di Milano e la Polizia Postale sono già al lavoro per individuare i criminali.
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