Un meme prende di mira Samuele Rago, presidente della sezione di Savona dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI) sul caso di Giuseppina “Pinuccia” Ghersi, la ragazzina che, secondo alcune fonti, sarebbe stata violentata e uccisa a soli 13 anni da parte di alcuni partigiani con l’accusa di essere fascista.
Questo è il fenomeno che ha detto questa frase! Samuele Rago, presidente provinciale dell’ANPI: Stuprata e uccisa a 13 anni dai partigiani? Se lo meritava, era fascista!
Come ricordiamo nel nostro archivio (articolo 1, articolo 2), il caso di Giuseppina Ghersi risulterebbe uno dei tanti casi in cui gruppi di partigiani isolati si macchiavano di atrocità, ma come ricorda anche Il Secolo XIX sulle informazioni della tredicenne è opportuno prestare molta attenzione, perché non esiste certezza sui fatti narrati. Ciò è dovuto, e la stampa concorda, all’impossibilità di trovare fonti attendibili trattandosi di una storia che non ebbe risalto sul piano nazionale.
Secondo il passaparola tra web e vox populi, Giuseppina Ghersi fu considerata una spia da un gruppo di partigiani comunisti, e per questo fu seviziata, torturata, violentata e uccisa. Secondo Wu Ming Foundation, la storia di Giuseppina Ghersi iniziò a farsi strada nelle coscienze quando lo scrittore Giampaolo Pansa dedicò alla vicenda mezza pagina del romanzo Il Sangue dei Vinti, ma tra il popolo del web tutto esplose dopo un articolo pubblicato sul Corriere.
Tuttavia, vi rimandiamo ai nostri precedenti articoli per approfondire tra le fonti più attendibili che abbiamo trovato.
La bufera sulla memoria – o presunta tale – dell’adolescente si scatenò principalmente nel 2017 quando il comune di Noli (Savona) decise di dedicarle una lapide. Samuele Rago, presidente provinciale, disse:
Giuseppina Ghersi, al di là dell’età, era una fascista. Eravamo alla fine di una guerra, è ovvio che ci fossero condizioni che oggi possono sembrare incomprensibili. Era una ragazzina, ma rappresenta quella parte là. E una iniziativa del genere ha un valore strumentale: protesteremo col Comune di Noli e con la prefettura.
Soprattutto, lo stesso Rago precisava: «Non abbiamo mai detto che meritava di essere uccisa o violentata». Il meme, invece, afferma che Rago avrebbe detto che Giuseppina Ghersi meritava di essere violentata in quanto fascista. Sull’appartenenza al fascismo, piuttosto, Rago si è soffermato per opporsi alla sua commemorazione. Le sue affermazioni erano state riprese anche dall’Ansa e in nessun punto troviamo parole di Rago che giustifichino la violenza (o presunta tale) subita dalla Ghersi.
Di differente opinione si era dimostrata l’Associazione Nazionale Partigiani Cristiani di Sestri Levante e Tigullio:
L’ANPC non può condividere l’ostilità a una iniziativa, come quella del Comune di Noli, che si limita a rendere la dovuta memoria a una vittima innocente degli eccessi della guerra di Liberazione.
È dunque disinformazione, e anche oltremodo grave, affermare che Samuele Rago avesse giustificato lo stupro e l’uccisione (ribadiamo: sul caso ci sono ancora tantissime incertezze) con il fatto che Giuseppina Ghersi fosse fascista: Rago, piuttosto, rifiutava l’idea di una targa commemorativa, ma non giustificava alcuna violenza.
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