Salvini propone crediti formativi a chi dona il sangue, ma discrimina chi non può: il protocollo Avis
Ci sono alcuni passaggi importanti da mettere in evidenza a proposito dell’intervento da parte di Matteo Salvini in occasione della sua visita alla Cattolica di Milano, in riferimento ad un delicato tema come quello della donazione del sangue. Da sempre sensibile alla causa, al punto da aver condiviso spesso e volentieri foto sui social al momento dei prelievi, il Ministro dell’Interno ad un certo punto si è lasciato prendere la mano, parlano della possibilità di assicurare un premio agli studenti che decideranno di seguire il suo esempio.
In sostanza, si parla della possibilità di concedere dei crediti formativi agli studenti che decideranno di donare il sangue. L’idea di Salvini, a tal proposito, è quella di incentivare la pratica, ma evidentemente dimentica un protocollo d’intesa facilmente raggiungibile in Rete. Ci riferiamo a quanto è stato stabilito tra l’Avis, vale a dire l’Associazione volontari italiani del sangue, ed il ministero dell’Istruzione.
In sostanza, le donazioni di sangue possono sì contribuire a crediti formativi, ed è già così, ma allo stesso tempo da soli non potranno essere una discriminante sotto questo punto di vista. Il motivo? Si rischierebbe di penalizzare gli studenti che non possono effettuare donazioni. In primis per motivi di salute, se pensiamo a chi è affetto da una malattia riguardante il sangue, o nel caso in cui non si raggiunga il peso minimo di 50 kg.
Insomma, altro intreccio tra Salvini ed il mondo dell’istruzione, dopo le polemiche che hanno preso piede nei giorni scorsi quando il leader della Lega disse ad un ragazzo di aver fatto bene a saltare la scuola. Ne abbiamo parlato tramite un articolo specifico. Oggi 15 giugno, invece, le precisazioni doverose dopo alcune sue dichiarazioni in merito alla possibilità di donare il sangue dal punto di vista degli studenti. Ecco il video che ci mostra questo scorcio del suo intervento.
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