Il cherry picking dei complottisti quando si parla di intercettazioni, si sa, diventa quasi tossico. In queste ore un post firmato Sa Defenza, blog ad alto contenuto complottista già presente nella nostra black list, mette in guardia i lettori su un provvedimento che autorizzerebbe le intercettazioni su WhatsApp, Twitter, Facebook, post e commenti sui social.
Da domani, nuove regole di comunicazione:
Tutte le conversazioni verranno registrate.
Vengono registrati tutti i registri delle chiamate telefoniche.
Tutti i messaggi e le chiamate di WhatsApp vengono registrati.
Monitoraggio di Twitter.
Monitoraggio di Facebook.
Segui tutti i social network e i forum.
Tutti i dispositivi sono collegati ai sistemi dipartimentali dei servizi di intercettazione telefonica del governo CDMX.
Fare attenzione a non inviare messaggi o informazioni non necessari contrari alle leggi e ai costumi.
Evitare di condividere informazioni riservate con amici e familiari.
Dillo ai tuoi figli e stai molto attento! Molto!
È importante trasmettere questo messaggio solo oggi, perché domani ci sarà un altro tipo di osservazione.
Incredibile, ma vero.
Invia oggi a tutti i tuoi parenti e amici.
“Tutto ciò che scrivi o dici può essere usato contro di te, anche qualsiasi battuta!”
Per chi non lo sapesse.#SaDefenza
Il messaggio virale si chiude con un link a un articolo dell’agenzia AGI dal titolo “Il provvedimento sulle intercettazioni è legge”. Apriamo l’articolo dal link allegato nel messaggio. Leggiamo il titolo, l’occhiello, scorriamo in basso oltre la foto di copertina e ci imbattiamo in quanto segue:
Caro lettore, se sei arrivato fin qui seguendo un messaggio allarmistico, devi sapere che questo articolo non ha alcun collegamento con quanto hai letto poco prima. Questo è un servizio di cronaca politica del 28 febbraio scorso che riporta correttamente quanto deciso dal Parlamento italiano in materia di intercettazioni. Questo articolo è vero, quello che hai letto prima è falso.
L’articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2020, e la citazione di cui sopra potrebbe essere stata aggiunta solamente in seguito. In una versione archiviata, infatti, il disclaimer non è presente. Gli autori di Agi sono dunque stati costretti ad aggiungere tale disclaimer a seguito della bufala diffusa sui social da Sa Defenza. Una bufala, questa, vecchia di almeno un anno. Di questo messaggio virale, infatti, avevamo parlato nel 2020 in un articolo del 25 marzo.
Della bufala diffusa sui social si erano occupate altre testate, come TPI. C’è un dettaglio, inoltre, che dimostra la totale malafede e la costante disattenzione dei complottisti. Nel messaggio si parla di “servizi di intercettazione telefonica del governo CDMX”. CDMX sta per Città del Messico, che con l’Italia non ha alcuna attinenza.
È sufficiente, osiamo dire, per far crollare l’intero impianto narrativo sul “governo CDMX” di cui si parla nel messaggio virale.
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