Ormai non sembrano esserci più dubbi: i contagi in Italia stanno risalendo. Non sappiamo quanto ripida sarà la curva, come non sappiamo quale sarà la reazione della curva dei ricoveri e dei decessi di fronte a questa nuova risalita perché, a differenza dalle altre ondate, questa volta ci sono i vaccini, somministrati a una buona fetta della popolazione, ma ci sono ancora milioni di persone che non hanno potuto o che non hanno voluto vaccinarsi. Vaccini sui quali, ad esempio, il premier britannico Boris Johnson pare aver riposto una gran fiducia al punto da disporre l’imminente riapertura di tutte le attività, l’abolizione del distanziamento fisico, dell’obbligo di indossare la mascherina, anche al chiuso, tranne qualche eccezione. In Italia, ma un po’ in tutta la Unione Europea, invece, si sta assistendo a un approccio più prudente. Nei Paesi Bassi hanno già chiuso le discoteche (erano state riaperte da poco) e imposto nuove restrizioni atte a contenere la cosiddetta “movida”. Ricordiamo che nel nostro Paese, attualmente, è ancora in vigore il meccanismo a zone colorate (bianca, gialla, arancione, rossa). Tutte le regioni sono bianche, ma la soglia per superare i 50 contagi per 100.000 abitanti ed essere “retrocessi” alla zona gialla, la si potrà verosimilmente raggiungere in pochi giorni, specie per alcune regioni (in questo momento le quattro Regioni più a rischio sono la Sicilia, la Campania, l’Abruzzo e le Marche).
A tal proposito, c’è chi obietta che i parametri che determinano il cambio colore dovrebbero essere rivisitati, in virtù del fatto che, appunto, oggi c’è una buona fetta di popolazione immunizzata coi vaccini. Massimiliano Fedriga, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, nonché attuale Presidente della Conferenza della Regioni e delle Province autonome, propone al Governo di tenere conto di questo aspetto e di considerare più il dato relativo alla pressione sulle strutture sanitarie che quello sui contagi. Lo ha scritto nel suo profilo ufficiale Facebook in un post del 8 Luglio 2021:
Al momento, in Friuli Venezia Giulia, il contagio è stabile. Ma l’incognita legata all’elevata diffusione della #varianteDelta potrebbe condizionare il futuro a breve termine. Con il sistema attuale infatti, si rischierebbe di scivolare in zona gialla anche solo per un aumento dei contagi, non accompagnato dalla pressione sugli ospedali. Grazie alla copertura vaccinale però, l’impatto sulle ospedalizzazioni dovrebbe essere molto più contenuto rispetto al passato. Per questo motivo, rivolgo un appello al Governo affinché superi il paradigma dell’incidenza ogni 100mila abitanti come parametro guida per determinare lo scenario di rischio, a vantaggio del tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e area medica che rappresenta invece la vera criticità da fronteggiare.
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