Non condividere

Ricevuto dal Professor Pascale: terapie WhatsApp contro il Coronavirus – precisazioni sul testo e denuncia contro ignoti ai condivisori

Ve ne avevamo già parlato più volte, no? Bufale.net aderisce alla decisione della FNOMCeO di vietare ogni forma di autodiagnosi relativa al COVID19, malattia causata dal SARS-CoV-2.

E per questo vi preghiamo, dall’inizio di quest’emergenza di astenervi dal condividere ogni messaggio WhatsApp.

Vi abbiamo detto che le “firme illustri” in calce alle Catene di S. Antonio possono essere falsificate. Ovvero qualcuno può appropriarsi del nome di una firma illustre, oppure applicare una sorta di perverso “silenzio assenso” per cui basta anche solo essere nella rubrica di qualcuno che è in una chat per beccarsi sul groppo le bufale di tutti. Cosa censita dal decano Paolo Attivissimo sin dai tempi in cui le chat erano precedute dalle mailing list e bastava che una segretaria troppo poco cauta ripostasse una catena di S. Antonio lasciando la firma di un professionista in calce per appioppargli la diffusione a vita.

Perché la Catena falsamente attribuita al Dottor Pascale va Fermata

Ci segnalano quindi la seguente catena

“Il virus ha appena mostrato di entrare nella cellula alveolare polmonare attraverso il recettore ECAII. Quando si lega ad esso, lo sovraesprime e uccide la cellula alveolare. Da qui tutto ciò che produce. Gli uomini hanno più recettori delle donne, gli asiatici più dei caucasici e le persone che assumono farmaci antiipertensivi come gli antiECA e in particolare gli anti-ECAII hanno una sovraespressione brutale del recettore e quindi sono più sensibili alle infezioni e l’infezione è più grave.
I casi gravi di giovani sono pazienti che hanno assunto farmaci antinfiammatori all’inizio della malattia. Dovresti evitare l’aspirina, l’ibuprofene, il naprossene, il voltarene (diclofenac), ecc., Perché favoriscono le forme gravi. * Dovresti assumere solo paracetamolo *
Non assumere ibuprofene o antinfiammatori se sospetti di Covid
In Francia 4 casi gravi di giovani senza patologia precedente hanno in comune l’assunzione di ibuprofene
È un annuncio del ministero della salute
Apparentemente rende l’infezione molto più rapida”.

Ora, il testo denuncia la sua natura di pedestre traduzione straniera: ECA è una traduzione iberica di ACE, e, come le Leggende Metropolitane di tempo fa, questa Catena di S. Antonio assolve ad un obiettivo preciso. Cerca di far passare un principio di cautela non spiegandolo, cosa troppo complessa per un viralizzatore, ma creando panico ed allarme.

Il principio è lo stesso per cui generazioni di genitori hanno trovato assai più semplice inventare improbabili ronde di nomadi che rapiscono bambini disobbedienti in quanto era più semplice che insegnare ai propri figli a non allontanarsi sfuggendo alla loro sorveglianza. Come anche millantare ronde di agenti che arrestano i bambini troppo vicini ai treni per decenni anziché spiegare loro che giocare sui binari è il modo migliore per diventare una macchia rossa sull’asfalto e il cemento della vita.

Potresti spiegare un fenomeno complesso con la complessità che richiede: o fregartene appioppandolo a una persona autorevole perché così viene condiviso senza fiatare.

In questo caso la base è un tweet del Ministero Francese

Un condivisibile principio di cautela: chi sta prendendo antinfiammatori, è bene consulti il proprio medico curante che gli saprà indicare cosa fare.

Come ci ricorda Repubblica

Il ‘razionale’ su cui si basa quest’appello sta nel fatto che l’infiammazione è una risposta naturale del nostro corpo alle infezioni e mascherando questa risposta del sistema immunitario con l’assunzione di farmaci antinfiammatori non solo si può mettere in pericolo la risposta dell’organismo, ma anche nascondere i segnali che ci indicano la presenza di una problematica più seria.

Riportando una serie di pareri che, nell’ottica di evitare il ricorso all’autodiagnosi, sconsigliano l’assunzione arbitraria di farmaci.

Non scopriamo nulla di nuovo, sostanzialmente: da che mondo è mondo, la “cura fai da te” contro ogni sindrome influenzale è inefficace in buona parte dei casi, latrice di farmacoresistenze ed altri sgraditi effetti collaterali negli altri.

Effetti che non possono essere liquidati con un laconico “rende l’infezione più veloce”, per lo stesso motivo per cui, a meno di non crescere dei piccoli disadattati, non possiamo insegnare ai bambini che le strade sono piene di improbabili nomadi rapitori, che giocare coi soffioni rende sordi e che vigili e agenti della PolFer esistono per rinchiudere nelle segrete i bambini monelli.

Specialmente con una malattia “nuova” come COVID19, la cautela ed i piedi di piombo sono un obbligo.

Il Modello e le sue eccezioni: gli ipertesi

Vi abbiamo già spiegato con un esempio dalla fiction come un modello scientifico, specie agli embrioni del suo sviluppo, sia solo un tentativo di ottenere una legge che descriva un reale spesso imperfetto e mutevole.

Se, in via generale, ci sono teorie scientifiche che raccomandano la sospensione di alcune categorie di farmaci, va detto che ci sono persone per cui quei farmaci sono dei salvavita

In relazione alle recenti notizie apparse sulla stampa laica relative ad una presunta relazione tra assunzione di terapia farmacologica antiipertensiva (Ace-inibitori, sartani) e rischio di infezione da coronavirus, la Società Italiana dell’ Ipertensione Arteriosa-Lega Italiana contro l’Ipertensione Arteriosa (SIIA) comunica che allo stato attuale delle conoscenze scientifiche la suddetta relazione rappresenta solamente una ipotesi di lavoro e di ricerca che non deve assolutamente portare il paziente iperteso a sospendere la terapia antiipertensiva.

Come tutte le ipotesi tale presunta relazione dovrà essere sottoposta al vaglio della ricerca clinica, che la SIIA sosterrà con vigore e determinazione sia nell’ambito italiano che internazionale attraverso collaborazioni, con l’obiettivo di raccogliere dati scientificamente attendibili nel più breve tempo possibile.

La SIIA raccomanda comunque ai pazienti ipertesi di non modificare la terapia antipertensiva che si è dimostrata nel corso del tempo in grado di proteggere i pazienti dal rischio di gravi complicanze cardiovascolari, quali l’infarto miocardico, lo scompenso cardiaco, la morte improvvisa, l’ictus cerebrale e l’insufficienza renale.

Cercare quindi di trasformare un modello ancora in elaborazione in una legge universale valida per tutto il mondo, potrebbe portare un paziente iperteso, qualora abbia anche la sventura di sospettare o di essere SARS-CoV-2 positivo, a sospendere il trattamento necessario a salvargli la vita.

La denuncia del professor Pascale

Per tutte queste ragioni, ci riporta Open

In merito alla dichiarazione che sta circolando in rete e su Whatsapp attribuita al professor Walter Pascale dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, smentiamo categoricamente che tale affermazione sia realmente stata rilasciate dal professore. Il professor Pascale ha già provveduto a denunciare all’autorità competente quanto accaduto, a tutela della sua immagine e dell’immagine dell’Istituto Ortopedico Galeazzi che, come sottolineato nella denuncia dello stesso professore, si sta prodigando come altri ospedali nella cura dei pazienti colpiti dal coronavirus. Chiediamo quindi la vostra collaborazione per fermare la diffusione di tale falsità e vi invitiamo, anche per il futuro, a confrontarvi con l’ufficio stampa del Gruppo San Donato con lo scopo di fornire sempre un’informazione scientificamente corretta

Vi ricordiamo quindi che un messaggio WhatsApp, non importa se “firmato”, non è un mezzo di informazione valido.

Vi ricordiamo di rivolgervi ai canali della medicina ufficiale, e che FNOMCeO ha un suo portale di informazione che dovreste seguire.

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