Ricercatori cinesi inventano elmetto antipornografia per la censura. È una notizia che sulla scala dell’inverosimile dall’oriente si pone a parimerito con l’intelligenza artificiale che riconosce il cervello dei comunisti perfetti.
E il motivo è grossomodo simile: ottemperare a problemi legislativi e burocratici. Laddove l’IA “scovacomunisti” idealmente servirebbe a individuare i più attenti e ligi membri del Partito, l’elmetto antipornografia aiuterebbe una particolare categoria lavorativa.
Parliamo dei censori di Stato. Spesso donne, incaricate e pagate per guardare tonnellate di materiale pornografico in un paese in cui il porno online è severamente vietato.
Censori che potrebbero avere un alleato/aiuto tecnologico in più. L’elmetto antipornografia.
Il target dell’elmetto antipornografia è infatti il pubblico delle Jian Huang Shi (letteralmente “Valutatori del Porno”). Una coorte attualmente essenzialmente femminile, probabilmente per mantenere alta la concentrazione su una produzione pornografica dedicata ad un pubblico maschile.
Pubblico al quale si richiede di spendere ore dietro un monitor agendo da moderatore e filtro umano, identificando tonnellate di immagini pornografiche.
Ogni lavoro però aumenta la fatica e la desensibilizzazione: le Jian Huang Shi non possono mantenere alta la concentrazione e c’è il rischio che del porno scappi.
Ma se la mente cosciente tende a distrarsi, l’inconscio manterrà sempre un livello di allerta avanzato. O almeno è quello che hanno pensato gli inventori dell’elmetto antipornografia.
Il meccanismo è elementare: anche se malamente censurate, le immagini pornografiche provocano una certa eccitazione. L’eccitazione è un meccanismo della mente, quindi l’attività registrata dall’encefalogramma varia, quindi se ti attizzi suona un allarme che certifica che ciò che hai visto ti ha arrapato quindi è porno, detto banalmente e con termini semplici.
Per quanto tu possa essere stanco e incline a dimenticarti di segnalare le immagini, la tua mente lo farà per te, con un risultato misurato pari all’ottanta per cento.
Come il meccanismo potrà essere applicato ad una popolazione censoria perlopiù femminile è al momento ignoto, come anche l’efficacia parametrata al materiale censurato usato nelle esercitazioni.
Ma come abbiamo visto, non è la prima volta nella cultura orientale che simili dispositivi appaiono.
Intelligenze artificiali che monitorano lo stato emotivo, lo stress e la stanchezza dei lavoratori sono già considerati parte di un “business efficente”, senza scomodare l’IA che misura i livelli di comunismo.
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