Periodicamente ci vengono segnalate presunte “notizie e foto” su Michael Schumacher, ex pilota di Formula Uno costretto a ritirarsi dopo un gravissimo e invalidante incidente sugli sci, a seguito del quale la famiglia ha deciso di prendersene cura, con silenzio e riserbo.
Periodicamente dobbiamo affrontare segnalazioni di chi ritiene di avere “il diritto di sapere”, come se essere stato una celebrità per tanti anni fosse una scusante per attribuirsi il diritto di guardare il dolore e il privato insieme dal buco della serratura.
Markus Fritsche, ex guardia del corpo assunto proprio per tenere lontani i curiosi dall’ex sportivo durante la sua degenza in casa di cura, apparentemente non ha preso bene il licenziamento per esubero.
Ha così contattato il complice Yilmaz Tozturkan, il cui figlio era qualificato come “esperto informatico” per mettere a frutto il materiale raccolto in otto anni di lavoro (dal 2012 al 2020) in cui aveva l’assoluta fiducia della famiglia per consegnare loro quattro preziosi pendrive con 1500 immagini, 200 video e alcuni esami diagnostici dell’ex pilota Ferrari.
Fritsche a sua volta aveva una fiducia cieca e assoluta del Tozturkan, suo amico di lunga data e delle competenze del figlio, il quale ha inviato agli Schumacher un piccolo campione del materiale esfiltrato minacciando la pubblicazione di tutto il compendio sul Deep Web in caso di mancato pagamento.
Fortunatamente gli Schumacher non hanno ceduto al ricatto e denunciato: il trio è stato quindi sottoposto ad arresti cautelari, e mentre Fritsche ha ottenuto la libertà su cauzione i Tozturkan continuano a restare in cella.
Il processo partirà il prossimo mese: quattro udienze già calendarizzate, dove il giudice Birgit Neubert valuterà le prove. In caso si proceda al processo, si parte da un minimo di quattro anni di reclusione.
Non è il primo caso in cui un aspirante paparazzo in cerca di guadagni facili aggredisce il materiale sensibile: le cartelle cliniche di Kate Middleton, contenenti documentazione sul cancro da cui era stata colpita, erano state infatti sottoposte ad un tentativo di furto per capitalizzare sull’interesse mediatico della vicenda.
Capirete che l’antecedente storico del tentato ricatto è proprio in coloro che “pretendono di sapere”.
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