Retroscena sulla lite Gruber-Meloni: perché la giornalista ha ragione sui citofoni di Bologna
Per tutta la giornata siamo stati inondati di segnalazioni a proposito della lite Gruber-Meloni, andata in scena ieri sera su LA7. In particolare, la giornalista è stata protagonista di una discussione molto accesa con la leader di Fratelli d’Italia, a distanza di poche settimane dallo scambio di opinioni in diretta TV con Matteo Salvini, stando a quanto vi abbiamo riportato in quel frangente. La diatriba è partita dal modo in cui Giorgia Meloni ha risposto a proposito della questione Segre, a partire dalla quale sono state aperte da entrambe diverse parentesi.
Alcuni retroscena sulla lite Gruber-Meloni
C’è un aspetto importante che a molti non è sfuggito a margine della lite Gruber-Meloni. Lo spezzone incriminato, infatti, ci mostra i minuti finali di “Otto e mezzo“, in cui la giornalista ha aperto la parentesi dei famosi citofoni di Bologna. Per chi non lo sapesse, in precedenza le due si erano trovate in disaccordo anche su quest’altro argomento, considerando il fatto che nei giorni scorsi alcuni esponenti di Fratelli d’Italia avevano indicato in video il domicilio di una palazzina, mostrando i cognomi dei residenti ed evidenziando che fossero tutti cittadini non italiani.
Gruber ha chiesto a Meloni cosa pensasse di quell’iniziativa, considerando anche il fatto che il filmato qualche giorno fa sia stato rimosso dai social. Con ogni probabilità temendo conseguenze legali, vista l’evidenza violazione della privacy. Ebbene, Giorgia Meloni ha parlato di “forzatura“, in quanto i citofoni sono pubblici. Tralasciando la lite Gruber-Meloni che trovate a fine articolo nell’apposito video, è importante evidenziare che la leader di Fratelli d’Italia sia nel torto nel portare avanti questa tesi.
Come riporta anche Next Quotidiano, infatti, i partecipanti al bando che ha poi portato all’assegnazione dei suddetti alloggi abbia dato l’autorizzazione alla diffusione dei propri dati all’azienda che gestisce l’edilizia residenziale pubblica. Discorso che ovviamente non ha validità per tutti coloro che passino per strada presso i suddetti alloggi. Tra l’altro il filmato evidenzia che a Bologna il 60% di questi alloggi finisca a stranieri, ma il presidente dell’ACER, Alessandro Alberani, ha smentito i numeri dati da Fratelli d’Italia: “Non è vero niente. Attualmente il 78,95% degli assegnatari dei 28 mila edifici di edilizia pubblica sono italiani”. Vi lasciamo a questo punto al video sulla lite Gruber-Meloni.
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