Bufala

Repubblica Italiana: causa COVID19 riscuotere l’affitto sarà punito con sette anni di prigione, la bufala

Ci sono notizie il cui fact checking mette a durissima prova la nostra fiducia nel prossimo. Se leggo causa COVID19 riscuotere l’affitto sarà punito con sette anni di prigione dovrei farmi venire dei dubbi.

Se lo leggo in un post Facebook con colori fosforescenti da imbianchino pazzo e daltonico, dovrei essere certo che sia un post da cestinare.

Se però contatto un servizio di debunking dicendo

C’è il marchio della Repubblica Italiana, quindi è ufficiale quindi devi verificarlo!!

A questo beh, meriti che qualcuno ti dica di essere Superman in incognito e quindi devi dargli tutti i soldi che hai in tasca per la manutenzione della Lega della Giustizia oppure sei un amico di Lex Luthor e della Legione della Morte.

Alla cui base una mano di vernice la darei…

Causa COVID19 riscuotere l’affitto sarà punito con sette anni di prigione – la bufala

La bufala in tutta la sua gloria…

Come preventivato, ecco il testo di cui parliamo. Composto malissimo, ottenuto scimmiottando un legalese estero.

Viene alla mente la teoria complottistica del Popolo Unico e di OPPT, quella secondo cui in realtà gli Stati Nazionali non esistono ma sono corporazioni quotate in borsa che agiscono secondo la Lex Mercatoria (!!!) richiamando norme del diritto anglosassone a caso, cosa che renderebbe facile ai complottisti particolarmente colti cose come rifiutarsi di pagare tasse e imposte ed esigere servizi gratis da qualsiasi ente e persona.

Ci domanderemmo perché, a parte la citata teoria del complotto, un governo dovrebbe rivolgersi ai suoi cittadini in inglese sgrammaticato.

Ma ci limitiamo a farvi notare che il Decreto Cura Italia prevede solamente il blocco delle procedure di sfratto fino al 30 Giugno.

Come ci ricordano gli amici di La Legge per Tutti, in un testo che dovreste riscontrare

Le norme sull’equo canone non consentono di bloccare il pagamento dell’affitto, neanche per ragioni di grave crisi economica come quella che stiamo vivendo ora a causa dell’emergenza sanitaria. Tutt’al più, è possibile comunicare il recesso per giusta causa. Proprio, perciò, il Governo è corso ai ripari e, per venire in soccorso degli inquilini, ha decretato un salvagente. Tra le novità dell’ultima ora viene definita la proroga degli sfratti, abitativi e non, fino al 30 giugno. Che cosa significa? Che chi non ha pagato l’affitto la farà franca? Non proprio. Anzi, il provvedimento sembra essere scritto in modo da favorire non già chi si trova senza stipendio a causa del Covid-19 ma i morosi “precedenti”.

Il decreto legge, già in vigore perché appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, stabilisce solo che le procedure di sfratto non potranno essere portate a termine fino al 30 giugno. Il che significa che chi ha già in mano un’ordinanza del tribunale con cui si ingiunge al debitore il pagamento del canone arretrato e lo sgombero dei locali, non potrà ottenere l’esecuzione coattiva del provvedimento: non potrà cioè recarsi con l’ufficiale giudiziario e il fabbro per riprendersi la propria casa. La morosità chiaramente resta e per l’esecuzione forzata è tutto rinviato a luglio.

Invece, il provvedimento nulla dice per chi non paga l’affitto in questi mesi. I “morosi da Coronavirus” non saranno ugualmente giustificati e, quando i tribunali riapriranno, potranno essere sfrattati senza alcun limite.

Il problema è che, vorremmo farvi notare, la pandemia ha anche inevitabilmente colpito l’attività dei tribunali e l’attività giudiziaria.

Se l’attività in Italia, per citare Conte, sta andando avanti con un motore rallentato, è ovvio che anche il sistema giustizia procederà con un passo più lento.

Il che non significa che voi siate autorizzati a condividere contenuti falsi e allarmistici. Anzi.

 

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