È lecito registrare una conversazione all’insaputa dell’interlocutore? Spoiler: sì, e sorprendentemente in diverse occasioni. Tante volte ci è venuto in mente di registrare una conversazione durante un colloquio in odore di truffa, o con una persona sospetta o anche solo per ricattare un ex o un soggetto potenzialmente pericoloso e in malafede. Tantissime situazioni, insomma, hanno stimolato in noi la possibilità di registrare un file audio con il quale poi mettere il nostro interlocutore di fronte alle sue responsabilità. Oggi esistono le app integrate nei telefonini che offrono ancora più indiscrezione dei vecchi e rumorosi registratori ad audiocassette.
La legge lo consente, ma è chiaro che anche in questi casi esistono dei limiti.
La sentenza n. 24288 del 10 giugno 2016 della Corte di Cassazione, riportata da Altalex, ci fa sapere che la registrazione di conversazioni tra presenti non necessita dell’autorizzazione di un giudice in quanto tecnicamente non si tratta di intercettazioni, che sono regolamentate in ben altro modo.
Allo stesso modo della fotografia e della cinematografia, la fonografia può essere considerata un documento che “può integrare quella prova che diversamente non potrebbe essere raggiunta e può rappresentare una forma di autotutela e garanzia per la propria difesa”.
Possiamo dunque registrare una conversazione in qualsiasi circostanza? Certo che no, e facciamo i dovuti distinguo.
Luoghi privati. Se visitiamo la casa dell’utente da registrare, non possiamo registrare la conversazione né all’interno della sua abitazione né negli spazi comuni del suo condominio, tanto meno nella sua auto, anch’essa considerata privata dimora. È consentito registrare gli ospiti presenti in quanto, in quel momento, non sono ubicati presso il loro domicilio. Al contrario, se intendiamo registrare in casa nostra siamo autorizzati.
Luoghi pubblici. Anche in questo caso esistono dei limiti ben precisi: registrare una conversazione all’interno di uno studio medico, uno studio legale o uno studio commerciale, ma anche nel retrobottega di un negozio non è consentito. È possibile, invece, registrare una conversazione in un luogo aperto al pubblico. All’interno della propria azienda, ancora, non è consentito registrare le conversazioni con colleghi e datori di lavoro. In quest’ultimo caso, tuttavia, è consentito quando si presentano illeciti (licenziamenti di dubbia motivazione, mobbing, ecc).
Registrare una telefonata. Registrare una telefonata è sempre lecito, anche quando telefoniamo a un soggetto che in quel momento si trova nella propria abitazione. Il nostro interlocutore può anche essere all’oscuro di tutto.
Se vogliamo che la nostra registrazione rimanga lecita dobbiamo inevitabilmente essere presenti durante la registrazione e mai allontanarci lasciando il dispositivo incustodito “illudendo” l’interlocutore di essere solo. Possiamo registrare anche le attività delle forze dell’ordine purché queste non siano coperte da segreto istruttorio (qui la definizione).
Vogliamo diffondere il file per vendicarci di qualcuno? Sì, ma solo in sede di processo civile o penale come prova. Farsi giustizia da sé diffondendo l’audio sul web o sui social network costituisce un reato. Ancora, registrare una conversazione diventa reato quando non si rispettano tutte le condizioni precedentemente elencate, e in tal caso si rischia una condanna in base all’art. 615 bis del codice penale con reclusione da 6 mesi a 4 anni.
Sostanzialmente, chi parla “accetta il rischio di essere registrato“ ma il registrante non ha assolute libertà rispetto all’interlocutore.
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