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Regione Sardegna stanzia fondi per i migranti, mentre i pastori sardi muoiono di disperazione

Ci segnalano i nostri contatti l’ennesimo articolo sui fondi per i migranti, basato questa volta su una quantità industriale di fallacie argomentative.

Il portale Cronaca Ora, new entry tra le echo chamber decide così di sottoporci ad un drammatico esempio della fallacia di non sequitur, ovvero della falsa pista, o del difetto di correlazione.

È un giochino letterario nel quale ci siamo imbattuti altre volte, basato sulla totale assenza di correlazione. Sostanzialmente, parliamo della versione “per adulti” della garrula nonnetta che, vedendo un nipotino che fa i capricci, esclama convinta

Se non mangi tutti i broccoli morirà un bambino povero

o

Se fai i capricci agli angioletti del cielo cadono le ali

Sostanzialmente si mettono in correlazione due eventi del tutto sconnessi tra di loro, e si inventa tra loro un rapporto di causa ed effetto per indurre il bambino a scongiurare il secondo evento facendo il bravo. O, nel caso degli adulti, ad indinniarsi e fomentarsi.

Ecco che Cronaca Ora decide quindi di organizzare un bizzarro centone, cucendo assieme come un perverso costume di Arlecchino dal sottopancia di “basta ingiustizie” (tanto per aggiungere al mix la Bufala del Giustiziere) una serie di eventi variamente sconnessi.

Sardegna, la giunta Pigliaru punta sull’inclusione dei migranti: nuovo progetto di volontariato sociale mentre i pastori sardi fanno la fame
Alla luce dei positivi risultati raggiunti con i bandi pubblicati nel 2017 e 2018 la Regione anche nel 2019 assicura la prosecuzione dei progetti di volontariato sociale rivolti ai richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale ospiti nei centri di accoglienza presenti in Sardegna. Nessuna parola sulla protesta dei pastori sardi, non sono migranti.

Dalla campagne della Sardegna e dagli uliveti della Puglia la protesta si estende fino ad arrivare a Montecitorio.

La piazza è sfumata di giallo, il colore della Coldiretti, ed è diventata il teatro delle manifestazioni degli olivocoltori pugliesi e dei pastori sardi. I primi sono arrivati colpiti dalle gelate e dalla Xylella, che ha distrutto milioni di piante nella regione e ha causato un calo del 70 per cento della produzione. I secondi sono messi in ginocchio delle speculazioni sulla gestione delle quote, esasperati di fronte a compensi inferiori a 60 centesimi al litro, anche al di sotto dei costi di produzione.

Di fronte a quelli che considerano ritardi e rimpalli di responsabilità, agricoltori e pastori hanno lasciato le proprie aziende per cercare di salvare l’economia di interi territori e fare conoscere alle istituzioni nazionali la tragedia delle piante che muoiono e del latte sottopagato.

“Rispetto per la tragedia dei pastori sardi” , si legge su uno striscione messo accanto ai bidoni di latte accatastati, mentre alcuni manifestanti regalano pecorino romano nella pizza riempita di palloncini, bandiere e gilet. E non solo: “Chiudiamo i porti al falso olio italiano”, “Senza agricoltura non si mangia”, “Fermiamo la Xylella”, “Burocrazia fa più danni delle calamita”, si continua a leggere sui cartelloni.

La Xylella, il dramma dei pastori sardi e l’immigrazione sono buttati nello stesso osceno calderone la cui colpa viene, neppure troppo malcelatamente, attribuita alla “Giunta Pigliaru”, capro espiatorio di un dramma ben più complesso, come evidenziato dagli articoli brutalmente massacrati per essere ricomposti in uno scomposto atto di accusa contro la Regione Sardegna, accusata, mediante i “fondi per i migranti”, di aver creato un problema che invece non ha correlazione con le sue azioni.

Articoli che, giustamente invece, parlano di protesta sì, ma non contro la “Giunta Pigliaru”, ma contro il governo Centrale

Secondo la Coldiretti, nei giorni di protesta circa un milione di litri di latte è stato lavorato per essere dato in beneficienza, dato in pasto agli animali o gettato. Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini ha chiesto di procedere immediatamente al commissariamento del Consorzio di tutela del Pecorino Romano Dop, responsabile con le sue scelte del crollo del mercato che ha messo in ginocchio gli allevatori. “Pastori alla fame: commissariamo il Consorzio del pecorino Romano”, si legge in un cartello.

Il governo cerca di rassicurare e annuncia la convocazione di un tavolo per il 21 febbraio. Ma la protesta in Sardegna continua e arriva fino al Sarrabus, nella parte sud-orientale dell’isola, dove un centinaio di pastori si sono trovati in presidio con i sindaci della zona per dare vita a una protesta pacifica nella quale lavorare il latte, preparare ricotta e formaggio e distribuirlo ai cittadini. La parte restante sarà versata a terra.

“I sindaci sono uniti accanto ai pastori in questa battaglia in gioco c’è il frutto del loro lavoro e l’economia delle loro famiglie”, ha detto il primo cittadino di Castiadas Eugenio Murgioni.

Ovviamente, questa parte non poteva certo essere reintegrata nell’articolo di un portale che ormai, in questo clima di disinformazione gioca a carte scoperte descrivendo la sua natura senza alcun inganno o mistificazione (o anche pudore)

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Una richiesta ben irrazionale, non trovate?

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