Reazioni troglodite sulla vietnamita soffocata in un Tir: “Però 30.000 sterline per il viaggio li aveva”
Davvero preoccupante quanto abbiamo appurato all’interno di un post pubblicato da Marco Travaglio stamane, che ci racconta per sommi capi quanto avvenuto ad una ragazza vietnamita. Quest’ultima, infatti, ha affrontato un viaggio durissimo all’interno di un Tir, prima di perdere la vita insieme ad altre 38 persone causa soffocamento. Storia tristissima, che diventa straziante attraverso la chiamata che la protagonista della storia fa alla madre prima del suo ultimo respiro. Eppure, nemmeno questi dettagli oggi 26 ottobre ci fanno restare umani.
Come si reagisce in Italia alla storia della vietnamita
Come detto, a dare visibilità a questo grave fatto di cronaca, con tanto di aneddoto riguardante la ragazza vietnamita, ci ha pensato Marco Travaglio. Il suo post su Facebook di ci rimanda all’approfondimento che potremo trovare nell’edizione cartacea odierna di “Il Fatto Quotidiano“, ma in questo frangente riteniamo doveroso soffermarci su alcuni commenti preoccupanti in cui emerge tanta ignoranza. Come avvenuto dopo l’omicidio di Luca Sacchi, stando al nostro approfondimento di questa mattina:
“Ed ho pure sentito la notizia che “pare abbia pagato 30.000 sterline (quanti? 35.000€???) per farsi portare.. a morire. Capite chi sono i veri “mercanti” di esseri umani? Ora io mi chiedo: come ha avuto 30.000 sterline? Se non li aveva chi glieli ha prestati e come avrebbe dovuto restiturli? Quanti milioni di sterline pensava di fare in Europa, clandestinamente o regolarmente? Per quanto tempo invece avrebbe potuto vivere con la sua famiglia in Vietnam con 30.000 sterline? Mah!”;
“Se uno sceglie di intraprendere un viaggio così, dovrebbe sapere che è uno dei rischi che si corrono. evitiamo di essere patetici almeno”;
“Ma se aveva il telefono per scrivere alla madre a sto punto non poteva chiamare i soccorsi?”.
In tanti invitano le “persone normali” ad affrontare quasi con distacco la storia della vietnamita, in quanto quest’ultima era consapevole dei rischi corsi. Ancora di più coloro che la criticano per non aver chiamato i soccorsi, ignorando che la ragazza non sapeva dove si trovasse, non conosceva una parola d’inglese e soprattutto era spaventata per il suo status di clandestina. L’appello a restare umani fallisce anche stavolta.
Per non parlare poi delle critiche per aver speso quasi 36.000 euro in vista di un viaggio simile. Insomma, la storia della ragazza vietnamita ci dice tanto anche del momento culturale che stiamo vivendo in Italia.
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