Era il 27 agosto 2020 quando facevamo il punto su un presunto episodio di razzismo in un ristorante a Rimini. La protagonista, una giovane madre, con una diretta Facebook di 30 minuti aveva denunciato un grave episodio accaduto alla sua famiglia sulla riviera. Secondo il suo racconto un cameriere, dopo aver preso le ordinazioni del loro tavolo, si sarebbe rivolto a un quadro ritraente Benito Mussolini, avrebbe fatto il saluto romano e avrebbe detto: “Scusa Benito”. In realtà, spiegava il titolare, non si trattava di un quadro raffigurante il Duce ma di una cassetta di legno con bottiglie che nell’etichetta riportavano l’effige di Mussolini.
Il proprietario del locale aveva negato qualsiasi episodio di razzismo ma sulla vicenda erano in corso le indagini dei Carabinieri. Gli inquirenti avevano acquisito tutte le immagini girate nel corso di quell’episodio. Le indagini risultano concluse, ma la vicenda è tutt’altro che chiara.
Rimini Today il 23 novembre ha scritto che le indagini dei Carabinieri si sono concluse. I militari dell’Arma hanno visionato sia il filmato della diretta della donna che le immagini del sistema di videosorveglianza. Sul saluto romano non è stato trovato alcun riscontro e addirittura non sarebbe stato rilevato alcun comportamento anomalo da parte del ristoratore.
La stampa locale aggiunge che sì, non è stato riscontrato il saluto romano ma gli inquirenti non escludono che quel gesto sia stato fatto al di fuori del campo d’azione delle telecamere. Ancora, è possibile vedere i famigliari della donna e il cameriere discutere animatamente.
In poche parole sono veramente pochi gli elementi che consentono di approfondire la vicenda: si tratta di due parti fortemente in contrasto. Resta la parola della famiglia contro quella del ristoratore.
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