È tempo di bilanci col rapporto IDMO Dicembre 2022: possiamo analizzare l’ultimo mese dell’anno ormai trascorso confermando un trend che avevamo nei rapporti precedenti.
Esattamente come la Pandemia da COVID19 non intende abbandonarci, ma lentamente si trasforma in endemia, le c.d. “fonti russe” non lasceranno il campo troppo a lungo, diventando però un borborigma, un costante rumore intestinale dalla puzza di spogliatoio rancido che si fonde al ritorno delle “fake news” solite, quelle basate sul panorama politico italiano, sulla cronaca riletta dai complottisti e sul mutamento climatico. Tutti temi su cui però si incistano lietamente le troll farm filorusse.
Come già esaminato nel rapporto dei colleghi europei, noi stessi siamo al sostanziale pareggio tra il tema Ucraino e il tema Ambientale, con politica e fake news generiche che seguono a passo breve.
La disinformazione da “fonti russe” è ormai un rumore di fondo che si infiltra nella cronaca.
La narrazione perevalente delle “Fonti Russe” è l’invenzione, a scopo propagandistico di “Milioni di Traditori Europei”, Quinte Colonne fedelissime al “Nuovo Zar” che ne invocherebbero l’aiuto perché i “Migranti Ucraini” sono, come nella stessa narrativa diffusa dalle “fonti russe” ad inizio del conflitto e mai mutata, nazisti violenti e brutali spalleggiati dai Poteri Forti che ricevono soldi e vantaggi dai governi locali e che Putin dovrebbe annientare con la sua “operazione speciale”, cosa di cui abbiamo ampiamente parlato in passato.
I tre filoni principali della bufala in Occidente continuano a far capo ad una destabilizzazione tipica delle troll farm:
Ma c’è dell’altro. Ad esempio sul fronte interno la querelle sulla (poi sfumata) abolizione dell’obbligo di accettare pagamenti via POS anche per cifre modiche ha creato una serie di post e domande, spesso sfociati in fatti di cronaca a base di esercenti convinti di poter rifiutare pagamenti con carta quando ciò non è possibile.
Autentici mattatori sono stati, come accadeva in tempi pre-pandemici, gli eventi di cronaca.
Ad esempio una diffusa fakenews che confondeva il canale Instagram del servizio “DonneXStrada”, che fornisce videochiamate per donne costrette a spostarsi a piedi in quartieri pericolosi ed hanno bisogno di un angelo custode, col numero verde del centro antiviolenza.
Articolo più cliccato del mese, nonostante la forte maleducazione di alcuni condivisori della fake news venuti sul nostro profilo e quello di DonneXStrada a lamentare un loro “diritto alla bufala”.
Ma anche una grottesca bufala delle “Fonti Russe” nella quale il viso della moglie di Zelensky è stato montato con Photoshop sul corpo di un uomo con abiti firmati (dimostrando sia la credulità dei fan delle “Fonti Russe” che i mezzi grossolani delle Troll Farm) e le “saghe moderne” delle bufale su Balenciaga e del tragicomico arresto di Andrew Tate.
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