Dopo le polemiche sollevate dal vescovo di Sanremo, monsignor Antonio Suetta, arriva anche il tweet di Mario Adinolfi contro Achille Lauro. Lauro De Marinis – questo il nome di battesimo dell’artista – è in gara al Festival di Sanremo con il brano Domenica. Ieri, durante la prima serata della kermesse, ha inscenato un battesimo sul palco dell’Ariston, performance che non è andata giù a Mario Adinolfi quanto a Simone Pillon. Entrambi hanno espresso il loro dissenso sui social.
Achille Lauro, prima dell’esibizione, ha pubblicato una dedica alla madre che proprio nella giornata di ieri ha compiuto 61 anni: “Le madri sono esseri divini, ci danno la vita ogni giorno. Oggi, in un nuovo inizio, vi omaggio del mio battesimo“.
Un concetto ribadito in altri post dallo stesso artista in gara: sostanzialmente, la messa in scena del battesimo voleva rappresentare una rinascita, un concetto che però non è stato inteso da tutti.
Ad esprimersi per primo è stato Mario Adinolfi, che su Twitter e Facebook ha condannato la performance dell’artista con queste parole:
Ormai il gioco è chiaro. Achille Lauro provoca in maniera oscena i cattolici (stavolta addirittura mettendo alla berlina il sacramento del battesimo e la domenica), noi fedeli ingenui reagiamo e lui lucra. Se lo avesse fatto con musulmani o ebrei? Non gli sarebbe stato permesso irridere un rito da moschea o sinagoga. Ma contro i cattolici la Rai e Rai1 consentono tutto. Anche perché la Chiesa gerarchica se ne sta muta (con l’eccezione del sempre benemerito vescovo Suetta, non a caso più che amico del PdF) e lascia fare ogni cosa contro la sensibilità dei credenti, senza capire che questo silenzio non è vero che garantisce l’otto per mille e la “roba”(su cui invece appena ci sono accenni di discussione, ad Avvenire e alla Cei subito scattano impettiti). Quando poi ci chiederanno di protestare perché andranno a prendersela quella roba, troveranno pochi cattolici che non ricorderanno il silenzio umiliante che consentì serate di esplicita propaganda anticristiana nel mutismo dei vertici ecclesiastici.
Anche Simone Pillon dice la sua, aggiungendo anch’egli un riferimento all’Islam:
Dice che “gli artisti devono potersi esprimere”.
Perchè (sic) gli “artisti” non provano a sfottere allo stesso modo il Ramadan?
Per il momento l’invettiva di Pillon e Adinolfi contro Achille Lauro non ha ottenuto risposta dal diretto interessato.
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