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Questo video sottotitolato in russo non mostra Kamala Harris senile (e la didascalia è sbagliata)

Questo video sottotitolato in russo non mostra Kamala Harris senile, e peraltro la didascalia è anche sbagliata. Abbiamo già visto in passato la teoria, sospinta spesso anche da fabbriche del troll filorusse (di cui una sospesa per mancati pagamenti presso ChatGPT) per cui Trump è un candidato preferibile a Biden in quanto fiacco, malato e imbelle.

La teoria evidentemente si sta spostando su Kamala Harris, e un video sottotitolato in Russo (peraltro non senza qualche errore) viene rilanciato con la seguente didascalia

Ha perfino guardato che colore fosse la giacca, Biden che soffre di demenza era evidente ma questa lo è senza essere Senile!
“Sono Kamala Harris. I miei pronomi sono lui/lei. Sono una donna che siede a ad un tavolo con una giacca blu”

Vedremo, erronea.

Questo video sottotitolato in russo non mostra Kamala Harris senile (e la didascalia è sbagliata)

In realtà il contesto fa tutto, e peraltro la didascalia introduce un errore capitale.

L’immagine è estrapolata da un video del 2022 relativo ad un incontro della VP con asssociazioni di categoria dei disabili.

Questo video sottotitolato in russo non mostra Kamala Harris senile (e la didascalia è sbagliata)

Ovviamente, la categoria dei disabili contiene anche gli ipovedenti e i non vedenti, e per questo ella ha cominciato il suo intervento con una “autodescrizione visiva”. Ovvero presentandosi e descrivendosi a beneficio degli ipovedenti con le seguenti parole:

“Io sono Kamala Harris. I miei pronomi sono “she/her”. Sono una donna seduta al tavolo che indossa una giacca blu.

Una delle pratiche infatti più diffuse per la creazione di un ambiente di lavoro inclusive, approvate dalle principali associazioni di categoria dei soggetti diversamente abili negli USA è l’autodescrizione.

La pratica, codificata, con cui l’autodescrizione viene effettuata prevede infatti una precisa scaletta.

La scaletta dell’autodescrizione

L’autodescrizione, con cui si introduce se stessi a soggetti con diversi gradi di disabilità, va effettuata infatti in un modo assai preciso.

  1. Nome: Ci introduce sempre, ovviamente, con nome e cognome. Non è detto che l’uditorio ci conosca, e non è detto che sia in grado di riconoscerci (un ipovedente potrebbe non riconoscere le nostre fattezze, un ipoudente o non udente potrebbe non riconoscere la nostra voce);
  2. Organizzazione e ruolo: Ci si presenta per il ruolo che si ricopre nel convegno, precisando se si parla a nome di una organizzazione particolare;
  3. Pronomi: Indicando con quali pronomi si vuole essere associati, si indica il genere con cui si vuole essere associati, o meglio quello con cui ci si identifica. La didascalia ha indicato erroneamente un “lui/lei” per Kamala Harris, ma i pronomi sono “he/him” (lui), “she/her” (lei), “they/them” (il “pronome neutro” usato per chi non si identifica con una sola identità) e le combinazioni “he/they” e “she/they” per chi non ha particolari preferenze tra sessile e neutro. Ovviamente, specialmente nella lingua di riferimento, è assai più rapido che partire con uno “spiegone” ad ogni riunione”;
  4. Breve descrizione di se stessi e dell’ambiente che ci circonda: Se possiamo rimproverare qualcosa a Kamala Harris non è, come inferisce il video russo, aver detto qualcosa di confuso, ma essersi descritta in modo sin troppo succinto come “una donna che siede a ad un tavolo con una giacca blu”. A voler essere davvero pignoli, si può descrivere con un certo dettaglio abiti e gioielli indossati, aspetto fisico, capigliatura e trucco e l’ambiente immediatamente prossimo, e una valida descrizione sarebbe stata “Sono una donna di etnia afroamericana coi capelli lisci che mi arrivano al collo ed una mascherina nera. Indosso una giacca blu ed un doppio filo di perle, nonché una spilla col simbolo della bandiera USA. Siedo ad un tavolo dinanzi agli atti di questa conferenza ed una penna”. Ma sono, appunto, scelte di chiarezza e brevità espositiva;
  5. Chiarire subito esigenze di accessibilità: Nel caso la persona che si autointroduce abbia esigenze particolari, potrà chiarificarle subito dopo la descrizione, ad esempio dicendo “Non ho esigenze particolari di accessibilità”, “l’organizzazione è già venuta incontro alle mie esigenze”, “avrei bisogno di leggere le vostre labbra, quindi vi prego di lasciarle scoperte”, “avrei bisogno che voi mi diciate i vostri nomi e vi descriviate prima di parlare” e “avrei bisogno di frequenti pause, quindi vi prego in tale occasione di distogliere da me la telecamera”.

Non solo l’autopresentazione di Kamala Harris era ineccepibile per una conferenza sulle disabilità, ma anzi la descrizione che ha suscitato l’ilarità di chi ha diffuso il video sottitolato in russo avrebbe potuto essere ancora più dettagliata nei limiti della brevità e sarebbe stata ineccepibile.

A latere, la “giacca blu” che ha suscitato l’ilarità di chi ha diffuso il video è anche essa simbolo: i “colori presidenziali” sono il blu, il rosso e il bianco, più il viola (unione ideale di blu e rosso), e Kamala Harris ha dimostrato in passato una preferenza per blu e viola, quest’ultimo anche con connotazioni nei diritti legati a femminismo e comunità afroamericana.

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