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Questo succedeva a Milano…

Ci segnalano i contatti un video intitolato Questo Succedeva a Milano

Video che non riporteremo se non in immagini per estratto per un semplice motivo: il Codice di Deontologia del Giornalismo all’articolo 8 disciplina

(Tutela della dignità delle persone)
1. Salva l’essenzialità dell’informazione, il giornalista non fornisce notizie o pubblica immagini o fotografie di soggetti coinvolti in fatti di cronaca lesive della dignità della persona, né si sofferma su dettagli di violenza, a meno che ravvisi la rilevanza sociale della notizia o dell’immagine.

Bufale.net non è una testata giornalistica, ma agli stessi principi di dignità ancor prima dell’informazione, di rispetto per i principi generali di umanità ancora prima che il click.

E anzi, preferisce interpretare le regole citate in senso ancora più restrittivo rispetto ad una testata giornalistica, per evitare ogni doloroso fraintendimento.

Se volete il video di una persona in visibile stato di alterazione che fa cose cercatelo altrove. Accontentatevi di un paio di screenshots

Questo succedeva a Milano…

Questo succedeva a Milano…

Il video, in tempi di campagna elettorale anti-immigrazionista è tutto quello che i tastieristi in servizio permamente hanno bisogno per imbastire la loro narrazione.

Narrazione che, nella condivisione che ci è stata inviata, viene presentata con derisivi inviti ad “espressoni educative” nei confronti di un soggetto.

Un uomo di colore, in una strada che non somiglia ad alcuna strada di Milano ma che il condivisore dichiara essere di Milano con una sicumera degna del Salgari che descriveva le foreste ed i mari Malesi senza esservi mai stato all’improvviso, in uno scoppio di ora ferma un tram e ne divelle i tergicristalli.

Ora, le regole base del giornalismo ci dicono che chi espone una narrazione ha l’onere di raccontarla secondo le 5W: Dove, Cosa, Come, Quando e Perché.

Ma in questo caso, abbiamo solo un video decontestualizzato in cui, dal fatto che l’omarino in escandescenze indossi una felpa del Milan, qualcuno ha desunto che la scena fosse a Milano. Fine. Stop.

Partiamo dal dove. Evidentemente la scena non è ambientata a Milano. Ma è ambientata in Francia. 100 D986, 92390 Villeneuve-la-Garenne, Francia, per essere precisi.

La strada di Parigi in cui è avvenuto il caso

E, effettivamente, la fonte appare essere un Tweet in lingua francese.

Il primo elemento dunque, il dove è già sbagliato ed inesatto.

Questo succedeva a Milano, in realtà non è successo a Milano. La situazione è una replica dei tempi, sempre in campagna elettorale, in cui accadeva lo stesso.

Qualcuno trovava la foto di un uomo di colore nella metro di New York e bam! tutti a chiedere a Renzi ed alla Rai di combattere il fenomeno degli immigrati che urinano nelle metro Italiane.

Il quando? Nessuna fonte lo dice.

Potrebbe essere accaduto oggi, ieri, il mese scorso, cinque, dieci, venti anni fa e pare a nessuno importerebbe.

Il come? Lo spezzone video è composto da 34 secondi, come facciamo a parlare del come?

Il perché? Nessuno si è fermato a chiederselo, troppi si sono fermati a descrivere le operazioni che compirebbero sull’anatomia del misterioso “immigrato a Milano che Milano non era”.

Il cosa? Il cosa è l’unico elemento esatto, ma non ha impedito di diffondere le immagini di qualcuno che, per quanto ne sappiamo, potrebbe essere un malato di mente, o persona in stato di alterazione.

Ciò nondimeno, dare la notizia si deve, con tutte le cautele del caso.

Ma anche con tutti gli elementi del caso. Che qui mancano.

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