Vi abbiamo più volte parlato del dramma delle “pagine dell’Amen e del Colore”. Sono pagine che si basano su un meccanismo psicologico brutalmente semplice: un tizio a caso si fa il giro di Internet per cercare foto viralizzabili. Ragazzini malati, persone diversamente abili, animaletti particolarmente tenerelli…
Ottenuto il suo carico umano imbastisce al volo una storiella patetica e strappalike. Ad esempio si inventa che un ragazzino che ora sta benissimo è in realtà un bambino in fin di vita che guarirà miracolosamente alla milionesima condivisione con preghiera (come se il buon Dio fosse un sadico che riserva i miracoli solamente ai vincitori di un corso.). Oppure che la persona sulla sedia a rotelle che si fa lì i fatti suoi in realtà è una esibizionista che desidera essere piazzata su tutte le bacheche come in un circo ottocentesco per punire un ex fidanzato che l’ha lasciata e quindi è cattivo o altre bizzarie del genere.
Bufale trasparenti per chiunque abbia un livello socioculturale quantomeno decente, ma che suscitano un numero osceno di condivisioni. E a volte un numero incalcolabile di guai.
Avrete visto anche voi questa foto, no? Dai che la riconoscete
Il famigerato cane sofferente a Venezia, per il quale si richiedono adozioni, denaro, condivisioni e acchiappalike a non finire.
Ma, sorpresa delle sorprese, anche questo è uno scatto strappato da una bacheca
Questo cane in realtà è una cagnolina.
Una cagnetta di nome Sydney che ha avuto dalla vita la fortuna di avere una padrona affettuosa e due sciagure.
La prima è somigliare ad un Pastore Australiano, cosa che la rende appetibile al gruppo di disinformati della Rete che dinanzi alla prospettiva di un cane di razza gratis farebbero di tutto.
La seconda è essere finita suo malgrado dalla bacheca di due padroni che le scattano foto buffe di ogni tipo per amore verso la loro piccola Sydney e verso la fotografia nelle “pagine dell’Amen” per qualche likes.
Quindi, cessate di importunare la padrona di Sydney: sta benissimo. Sia lei, che il cane.
E smettete di credere a tutto quello che leggete su Internet: cosa assai atroce quando notiamo che le stesse persone pronte a dichiararci guerra per aver osato far notare che donare due euro per Venezia non è queso orrore trascendentale che Facebook sembra credere adesso sono pronte a navigare i canali allagati per un “cane di razza gratis”.
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