Questionario Asl chiede la ‘razza’ all’alunno
Quanto accaduto all’Asl Comprensorio di Bolzano ha fatto il giro del web ed è stato ripreso, principalmente, dalle agenzie: gli insegnanti di una scuola media avevano ricevuto un questionario per la valutazione di alcuni ragazzi dei quali veniva richiesto di tracciare un profilo, ma tra i campi da compilare c’era anche quello relativo alla razza. Il modulo interessava il servizio di psichiatria, e gli insegnanti avevano subito protestato presso la redazione del quotidiano Alto Adige come riporta un articolo del 28 gennaio.
La protesta degli insegnanti
Alto Adige riporta la lettera di protesta degli insegnanti:
Capiamo tutto, capiamo che si tratti di moduli standard redatti negli Stati Uniti, dove la legge prevede che si chieda anche quale sia la razza. Ma quello che non afferriamo è come mai nessuno al Comprensorio sanitario di Bolzano se ne sia accorto e si sia fatto una domanda. Evidentemente trovano normale che si domandi ad uno studente a quale “razza” appartiene.
Florian Zerzer dell’Asl dell’Alto Adige: «Un errore di traduzione»
La risposta dell’ASL è arrivata alla redazione di Lettera43 e dello stesso Alto Adige, che hanno contattato i diretti interessati per approfondire la vicenda e chiedere chiarimenti. Florian Zerzer, Direttore generale dell’Asl dell’Alto Adige, ha spiegato che si è trattato di un errore di traduzione: «Questo termine è stato utilizzato per un errore di traduzione dal testo originale del questionario che è in lingua inglese e che è stato standardizzato a livello mondiale. Il modulo verrà rivisto a brevissimo».
Lo stesso Zerzer sostiene che il termine “race” non avrebbe dovuto essere tradotto col vocabolo “razza”, in quanto: «In Europa questo termine è inteso e percepito diversamente rispetto a quanto accade negli Stati Uniti, per esempio». Infine si assume le responsabilità: «A nome dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige mi scuso per il fatto che tale termine sia stato utilizzato in questo contesto».
L’interrogazione parlamentare
Sempre su Lettera43 leggiamo che la deputata Dem Alessia Rotta ha presentato un’interrogazione parlamentare a Giulia Grillo: «Quali provvedimenti intende prendere la ministra della Sanità? Sconvolge che sia un ufficio pubblico a usare una simile terminologia. Un censimento rivolto agli insegnanti di una scuola media, per valutare il comportamento dell’alunno, non può e non deve fare riferimento alla razza».
Si trattava, in sostanza, di un questionario della Child Behaviour Checklist, uno degli strumenti di valutazione nel processo diagnostico per piccoli pazienti con disagio neuropsichiatrico, e fa parte di un sistema sviluppato dall’Aseba Institute di Burlington, negli Stati Uniti.
La notizia del questionario in cui veniva richiesta la razza dell’alunno è dunque vera ed è confermata sia dagli organi di stampa che dalla stessa ASL, ma parliamo anche di precisazioni in quanto il Direttore dell’Asl dell’Alto Adige ha parlato di errore di traduzione dovuto a questionari che pervengono in lingua inglese, dove la parola “razza” – secondo Zerzer – è percepita diversamente.
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