Ci segnalano i nostri contatti il ritorno di foto di “milizie appoggiate da ONU e NATO”: ma si tratta di foto risalenti al 2015 del Battaglione Azov, come si può vedere dai simboli apparsi.
Il Battaglione Azov è letteralmente l’evoluzione in milizia di una fazione di Ultras di estrema destra, Setta 82. Hanno occupato la nicchia ecologica creata proprio dai contrasti in Donbass, ritagliandosi il ruolo di argine tra Kiev e Filorussi e, in tal guisa, scalando la via che condusse gli iscritti da ultras a milizia volontaria e da milizia volontaria a milizia inquadrata nelle forze militari.
In seguito agli Accordi di Minsk II con l’incorporazione è arrivata la marginalizzazione, alla quale è seguita una ulteriore radicalizzazione
Il programma politico dei reparti nazionali, che hanno preso parte alle consultazioni parlamentari del 2019 unendosi al movimento radicale Svoboda ma fermandosi al 2,5% dei voti, è piuttosto chiaro: espansione dei poteri presidenziali fino porre il capo di Stato al comando effettivo delle Forze amate e a fargli assumere anche l’incarico di primo ministro, rompere ogni tipo di legame con Mosca, contrarietà all’adesione all’Unione europea ed alla Nato, protezionismo e nazionalismo economico, diritto per i privati cittadini di portare armi con sé, reintroduzione della pena di morte per tradimento e per appropriazione indebita di beni statali da parte di funzionari governativi.
Abbiamo quindi una formazione evidentemente neofascista, evidentemente Sovranista, evidentemente contraria al nazionalsmo filorusso ma che è passata in scioltezza dall’invocare la NATO come mezzo per scardinare i legami con Mosca a opporsi alla NATO in vista di un’ottica militarizzata e sovranista.
C’è quindi da chiedersi come faccia una formazione neonazista che nel suo programma ha l’opposizione alla NATO ed alla partecipazione ad organizzazioni sovranazionali a intrattenere con essere rapporti.
Rapporti che piuttosto rileviamo con altre organizzazioni sovraniste di estrema destra.
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