Una vecchia storiella virale ha ripreso il suo tour nelle bacheche Facebook degli utenti più avvelenati e distratti. Nel gennaio 2018 avevamo già pubblicato la nostra analisi, ma c’è chi ha un amore morboso per le notizie false e per le figure barbine. Secondo il post, Emma Bonino fu indagata nel 1975 per associazione a delinquere e procurato aborto, ma non fu processata perché la Camera non diede l’autorizzazione a procedere. Nella foto, inoltre, Emma Bonino starebbe praticando un aborto con una pompa di bicicletta.
A proposito di memoria…questa è la Bonino che insegna a praticare aborti con una pompa di bicicletta (aspirazione del feto). Indagata nel 1975 per associazione a delinquere e procurato aborto non è stata processata, perché la Camera non ha dato l’autorizzazione a procedere . Ora è alleata col PD…
Una certa letteratura presente sul web, a disposizione di tutti, smentisce la parte del messaggio che sostiene che Emma Bonino fosse stata arrestata per associazione a delinquere e procurato aborto. Nel 1975, infatti, la Bonino era ancora dirigente del CISA (Centro di Informazione sulla Sterilizzazione e sull’Aborto), fondato da lei stessa nel 1973 insieme ad Adele Facci, Luigi De Marchi e Maria Adelaide Aglietta.
Dell’arresto di Emma Bonino aveva parlato anche L’Espresso in un articolo del 22 giugno 1975, e come ricorda anche Panorama l’atto di costituirsi dell’allora giovane attivista era una strategia per sensibilizzare sul tema dell’aborto, un diritto che in Italia non era ancora riconosciuto.
Tuttavia, possiamo dire che sia vero che la Camera, nel 1977 (lo dimostra un documento dell’archivio storico) si pronunciò per negare l’autorizzazione a procedere contro Emma Bonino, Adele Faccio e Marco Pannella che in quell’anno erano già deputati dopo il loro ingresso in Parlamento nel 1976, ma alla base della non autorizzazione a procedere vi era una semplice strategia politica con la quale si era deciso di non sollevare ulteriormente la questione sull’aborto.
Secondo il post, Emma Bonino avrebbe praticato aborti clandestini tramite l’aspirazione del feto con una pomba per bicicletta. Gli autori del post presentano il fenomeno come una barbarie mai vista prima, ma non sanno di trovarsi di fronte al metodo Karman, oggi ancora praticato e messo in atto dal CISA attraverso delle cliniche clandestine messe a disposizione per tutte le donne che non potevano recarsi a Londra o Lugano per l’operazione.
Ora, la chiave di lettura può distorcersi: Emma Bonino e gli attivisti del CISA non mettevano in pratica l’aborto clandestino, bensì evitavano che le donne vi ricorressero, e proprio per questo avevano aperto cliniche clandestine nelle quali lavoravano medici e non santoni improvvisati che impiegavano strumenti non sterilizzati e con una dubbia manualità:
Per mezzo di medici che praticano l’aspirazione con la cannula Karman. Non è un atto chirurgico e non è un intervento operatorio micidiale per l’utero, come il raschiamento. È un sistema meccanico con cui, per mezzo di una piccola canna e di un pompa aspirante, si aspira il contenuto dell’utero, ancora informe e grumoso, prima del terzo mese, cioè prima che l’ovulo fecondato si agganci alla parete dell’utero e inizi il ciclo morfologico, cioè prenda forma. Fino a quel momento l’ovulo fecondato non è vitale né capace di vita.
Anche L’Espresso, nel 1975, riportava le dichiarazioni della Bonino:
Abbiamo messo in funzione cinque centri in Italia, poi abbiamo preso accordi con cliniche jugoslave, svizzere e inglesi per portarvi ad abortire gruppi di donne.
Il post liquida una vicenda più complessa con poche righe, sintetizzando in modo maldestro l’operato politico di Emma Bonino e di tutti i radicali. Parliamo di bufala per la parte che interessa l’arresto dell’attivista, che al contrario di quanto dicono gli autori si consegnò spontaneamente alle autorità nel 1975. Nel 1976 entrò in Parlamento e nel 1977 la Camera negò l’autorizzazione a procedere per non sollevare più la questione dell’aborto.
Parliamo di disinformazione, infine, per la parte sulla “pompa di bicicletta”, un’espressione un po’ semplicistica usata per indicare il metodo Karman che viene usato anche ai giorni nostri e che nel 1975 era utilizzato nelle cliniche clandestine che il CISA aveva aperto in Italia per sottrarre le donne dalle pratiche abortive casalinghe più rischiose. All’interno di tali cliniche, infatti, lavoravano medici e parliamo di clandestinità in quanto tali cliniche non erano riconosciute, non essendo ancora riconosciuto il diritto all’aborto.
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